“Il dibattito che si è scatenato nelle ultime ore sulla ripartenza dell’anno scolastico a settembre risente di due elementi fondamentali: la delicatezza del tema, che riguarda milioni di studenti, lavoratori e famiglie che ancora non sanno cosa li aspetta da qui a qualche settimana; l’assenza di una posizione chiara, univoca da parte delle autorità sanitarie del Paese. Chi nell’ultimo anno e mezzo ha di fatto indirizzato gran parte delle scelte politiche sui temi più svariati, adesso, a proposito di una delle questioni che maggiormente condiziona la quotidianità degli italiani, ha scelto improvvisamente di censurarsi e si limita a riproporre le stesse indicazioni di un anno fa. Evidente come questa tattica attendista non possa che provocare gravi pregiudizi al mondo della scuola”. Lo dichiara Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione.

“Il rischio, senza delle linee guida uniformi e puntuali, è che si proceda ancora una volta in ordine sparso, con una inaccettabile difformità di regole a seconda del territorio di riferimento. L’appello a cui si è unito anche il ministro Bianchi è un vero e proprio grido di allarme: possibile che i fondi stanziati per la messa in sicurezza delle scuole, la validazione dei tamponi salivari, l’accelerazione della campagna vaccinale non siano elementi utili a mutare lo scenario rispetto a settembre 2020? Dopo un anno e mezzo di grandi sacrifici da parte dei cittadini e di sforzi immani delle Istituzioni – sottolinea Sasso – non è possibile che l’unica strada percorribile sia nuovamente quella della didattica a distanza. Non ci si può limitare a raccomandare l’uso delle mascherine e il mantenimento delle distanze senza un ripensamento complessivo dei protocolli. C’è ancora tempo per evitare di finire in un vicolo cieco, ma bisogna muoversi”.

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