In questa calda ultima settimana di luglio 2021 il mondo della scuola scopre che le domande per la copertura delle supplenze continuano a essere 200 mila. Con l’aggravio di un organico Covid fino a dicembre, per un costo approssimativamente di 400 milioni di euro. Nell’estate del 2020 il ministro Azzolina ha gettato al vento più di 100 milioni di euro per inutili banchi a rotelle in buona parte già finiti in cantina. Un totale di mezzo miliardo di euro per non risolvere i veri problemi della scuola. La scuola avrebbe bisogno di ripartire in sicurezza, riducendo gli alunni per classe, investendo nell’ammodernamento delle strutture scolastiche e risolvendo in maniera articolata e opportuna, senza cioè scatenare contenziosi legali e “guerre tra poveri”, una serie di problemi dell’organico scolastico tra cui precariato, immobilizzati, ingabbiati, vincolati, stabilizzazione insegnanti di religione, dsgaff, diplomati magistrale per citarne alcuni. Senza dimenticare che l’inclusione scolastica passa da insegnanti di sostegno che devono potersi specializzare. Sul sostegno sarebbe opportuno un coordinamento dei corsi per avere un numero di posti adeguato alle esigenze delle regioni di appartenenza. Un partito politico che continua con determinazione e coraggio a proporre soluzioni praticabili e di buon senso per contrastare il dilagante precariato è la Lega, con il senatore Pittoni.

Ne è una prova il fatto che spesso gran parte dei sindacati converge sulle stesse proposte. Così come fanno i partiti di centrodestra. Il Pd purtroppo ci prova, ma poi ci ripensa anteponendo al buon funzionamento della scuola gli interessi in comune con il M5S per le prossime amministrative. La strada per cominciare a far funzionare la scuola passa da una serie di interventi legislativi diversificati per problematiche, un percorso abilitante speciale per chi ha svolto almeno 3 anni di insegnamento, un nuovo reclutamento che preveda un percorso accademico ordinario per conseguire l’abilitazione. In definitiva, servono proposte concrete, “fatti” più che slogan. Lo chiede l’Europa e lo esige la scuola. A proposito delle esigenze della scuola, reputo semplicemente scandaloso che per un rientro in sicurezza sanitaria la soluzione proposta per il ricambio dell’aria sia anche quest’anno quella di aprire le finestre. Né la soluzione potrà essere solo la vaccinazione, anche se resta lo strumento fondamentale per la lotta al virus. Serve diminuire il numero degli studenti in aula, istallare sanificatori dell’aria, organizzare trasporti dedicati, e un screening periodico dei contagi. Senza questi azioni la scuola riparte come l’anno scorso: “arrangiatevi come meglio potete” ovvero “che Dio ce la mandi buona!”

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