“Il 10 dicembre ci siamo perché i fondi ci sono ma mancano gli investimenti- dichiara Alessandro Rapezzi, Segretario Nazionale FLC CGIL– . La Scuola è un’infrastruttura di questo Paese e come tale necessita di investimenti tanto sul personale quanto sulle strutture. Basta parlare di interventi ad “invarianza di spesa” sulla formazione delle classi, basta ammonire gli insegnanti su aumenti enesistenti sulla retribuzione, “oggi si è poveri anche lavorando”, il potere di acquisto degli stipendi italiani subisce un’inflazione maggiore rispetto ad altri periodi storici per questo occorre rivalutarli con incrementi adeguati”. È quanto emerso dall’approfondimento giornalistico de La Voce della Scuola Live nell’appuntamento riguardante retribuzione del comparto scuola condotto da Doriana D’Elia e Diego Palma.
Professore Rapezzi, in merito alla retribuzione la Scuola è piena di dicotomie tra le tante abbiamo la differenza retributiva tra il maestro e il professore, quando avremo il superamento di questo divario tra il primo ciclo e la secondaria di primo e secondo grado?
“Strutturalmente i cambiamenti sono già avvenuti. Da 20 anni nella Scuola dell’Infanzia e della Primaria i docenti accedono con la laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria. Siamo pronti ad affrontare la discussione sul ruolo unico della docenza non solo in termini stipendiali ma anche in termini di orario nonostante ciò la stratificazione permane. Nell’organizzazione scolastica ci portiamo dietro un preconcetto che riguarda il mondo della scuola italiana dettato da un profilo assistenziale durante la scuola dell’Infanzia e Primaria mentre e orientata contro l’orientamento alle discipline della scuola Secondaria . Occorre, invece, pensare che il primo ciclo porta in dote alla secondaria la formazione e l’educazione primaria per il futuro cittadino che deve affrontare le sfide di un mondo che cambia in continuazione”.
Anche la scuola ha subito molti cambiamenti e non sempre positivi: dagli anni ‘70 e ‘80 precursori di importanti nelle politiche sociali e scolastiche agli ultimi 20 anni caratterizzati da un rallentamento a causa dei tagli agli organici in nome di un nuovo fare disciplinare, nel primo decennio degli anni 2000 alla crisi economica del secondo decennio, col Governo Monti, che ha bloccato totalmente la contrattazione per quasi un decennio. “Oggi siamo in una situazione diversa dove ci sono i fondi europei che pongono fine al periodo di austerity- continua Alessandro Rapezzi, Segretario Nazionale FLC CGIL-, abbiamo una manovra espansiva con oltre 200 miliardi che arrivano con il PNRR ma alla scuola arrivano le briciole e quelle briciole il Governo le lega a cose ridicole tipo alla “dedizione” o per l’educazione motoria alla primaria fondi che potevano esser meglio spesi per aumentare l’organico funzionale della scuola, la qualità della didattica si ha quando si abbatte il numero degli alunni per classe e si accresce la presenza dell’organico non si ha con affiancamenti di figure specialistiche ad un personale già formato da una laurea quinquennale che ha in sé già esami caratterizzanti l’educazione motoria, ossia Scienze della Formazione Primaria. In pratica si è intervenuto sugli ordinamenti con un intervento di legge unilaterale. È questo un altro elemento sul quale protestiamo il 10 dicembre con lo sciopero del settore scuola: gli interventi di legge unilaterali che i governi di questi ultimi anni ci hanno imposto come ad esempio sulla mobilità o sulla formazione. Basta con gli interventi di Legge- conclude Rapezzi– noi chiediamo dei tavoli dove la complessità della scuola possa esser affrontata nel suo insieme con interventi sistemici”.

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