Sulla vicenda di Rovigo degli studenti impallinatori pongo in evidenza un intervento pubblicato sulla pagina Facebook SBC dal collega Francesco Nuccio.

“Volendo esprimere un’opinione in base alle informazioni riportate dai media, penso che l’intero Cdc e la DS abbiano mostrato incompetenza, superficialità e/o incapacità di gestire una questione difficile su cui si giocava il buon nome del loro Istituto.

Proprio perché erano al centro dell’ attenzione dei media , dovevano studiare la normativa in maniera maniacale ed attenersi ad essa per essere inattaccabili, avevano avuto ben 8 mesi di tempo per riflettere e capire il da farsi.

Gli ispettori hanno mostrato esserci delle incongruenze nell’attribuzione del voto di condotta, ma la saggezza e il buonsenso avrebbero dovuto far capire ai docenti del CdC e al DS che lo presiedeva che quel 9 in condotta era oggettivamente stonato, penso che in via preventiva i genitori dovessero essere messi al corrente del fatto che non avrebbero potuto aspettarsi un voto in condotta tanto alto in condotta dopo il grave episodio che ad inizio anno si era verificato e aveva visti protagonisti i loro figli.

Il voto non poteva non tenere conto di quanto era accaduto nel primo quadrimestre come del resto recita la stessa normativa, infatti è stato proprio questo il motivo che ha permesso agli ispettori ministeriali di poter imporre al DS la riconvocazione dello scrutinio finale e la revisione del voto di condotta , come riportato da Italia Oggi: la valutazione della condotta doveva tener conto dell’intero anno scolastico.

Voglio specificare che io penso che sarebbe stata giusta la bocciatura dei due alunni con 5 in condotta e non un peloso 6 o 7, figuriamoci il 9, giusto per promuoverli, i docenti del CdC hanno purtroppo lanciato un pessimo messaggio a tutti i bulletti d’Italia” .

Vero quanto scrive Feancesco Nuccio : “hanno lanciato un pessimo messaggio a tutti i bulletti”, oltre a mio avviso a impallinare un’altra volta la loro collega ora minacciata anche di querela da un genitore per esposizione mediatica del figlio.

Con questi messaggi diseducativo i casi di violenza contro i docentinelle aule il prossimo anno aumenteranno del resto il fenomeno è in espansione dopo la ripresa dopo Covid in presenza ma era comunque già diffuso da tempo.

Una cosa emerge in questa triste vicenda della scuola di Rovigo come nei casi di violenza registrati in altre scuole in tutto il Paese ( ricordo quest’anno anche il caso di Castellammare in provincia di Napoli e quello gravissimo della docente accoltellata ad Abbiategrasso), gli adulti scuola come istituzione e famiglia hanno dato un pessimo segnale.

I DS e il loro staff sono assenti, preferiscono minimizzare, occultare, tacere.

Il docente colpito è quasi sempre solato dagli altri docenti docenti ( si veda intervista collaboratore vicario scuola di Rovigo)

Raramente scatta tra docenti la molla della solidarietà a fronte di docenti, insultati, aggrediti, percossi, impallinati, feriti..

La famiglia protegge comunque i figli anche quando hanno torto marcio e cerca di ribaltare decisioni della Scuola con l’ausilio degli avvocati, non riconoscendole più alcuna autorità.

Alla fine della fiera tra distinguo, carte bollate e minacce di querela, pur esercitando la violenza contro gli insegnanti, se ne esce indenni e impuniti e anche qualche volta premiati, questo è il messaggio diseducativo che gli adulti danno ai ragazzi da Rivigo a Abbiategrasso, a Castellammare.

Un’unica parola per descrivere la situazione che è a dir poco paradossale.

VERGOGNA.

 

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