Tar Lombardia annulla una bocciatura, un altro caso di revoca di una decisione del Consiglio di classe. Il controllo del tribunale sulle procedure, soprattutto quelle finalizzate al recupero.
Tar Lombardia annulla una bocciatura. Un’altra conferma
Tar Lombardia annulla una bocciatura. E’ l’ultimo caso di un pronunciamento amministrativo che annulla una decisione di un consiglio di classe. La conferma che i tribunali amministrativi non entrano a gamba tesa nella didattica. Si limitano solo a verificare che la scuola della Repubblica abbia attuato le procedure finalizzate a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona (Costituzione art. 3 comma 2). Nulla di più e di meno.
Fatta questa premessa, analizziamo la vicenda dove il Tar della Lombardia evidenzia che la decisione della bocciatura è stata presa senza aver posto le condizioni per il recupero della ragazza. Si legge su Il Riformista“Aveva ben quattro insufficienze, motivo per il quale era stata bocciata. Ma, grazie ad un ricorso al Tar, una quindicenne di Lodi potrà passare all’anno scolastico successivo, continuando a frenquentare un liceo linguistico di Lodi, il Maffeo Vegio. Il Tribunale amministrativo ha dato ragione alla studentessa, in quanto a febbraio le era stato diagnosticato un deficit cognitivo per il quale la scuola si era attivata solo a maggio. Ecco quindi la motivazione alla base dell’ammissione al terzo anno di studi per la studentessa di 15 anni che, insieme ai familiari, ha deciso di rivolgersi al Tar della Lombardia. Per i giudici, così come oggi riporta il Corriere della Sera, la sua bocciatura deve essere annullata in quanto “la studentessa ha un deficit cognitivo, ma il piano personalizzato è stato adottato per lei dalla scuola soltanto a maggio, a fronte di una diagnosi certificata a febbraio”.
Quest’ultimo pronunciamento rivela la fragilità del principio di insindacabilità, che forse induceva all’errore o alla superficialità formale e sostanziale. Fortunatamente i casi di accoglimento dei ricorsi avversi la decisione dei Consigli di classe sono ridotti al lumicino (1/10). Purtroppo la reiterazione mediatica di questi pochi, induce molti a pensare che la scuola non funzioni neanche in questo ambito amministrativo.

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17.