La BCE ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di uno 0,25 di punto percentuale, portandoli al 4,50%; secondo la Presidente Christine Lagarde l’inflazione continua a scendere ma l’Economia è ancora debole: – dipendiamo dai dati, tuttavia il Consiglio Direttivo prevede che mantenere questi tassi per un periodo sufficientemente lungo fornirà un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo prefissato– . Quello a cui si riferisce e’ tassi al 2% entro il 2025. In buona sostanza sembra l’ultimo aumento dei tassi che, pur se mantenuti a lungo tempo, dovrebbero poi portare ad una ripresa. Intanto faremo i conti con l’aumento previsto, che scatterà a partire dal prossimo 20 settembre e le prime ripercussioni ci saranno sui mutui: da una stima effettuata su una richiesta media di capitale di 126000 euro in 25 anni, a tasso variabile, la rata potrebbe subito registrare un aumento compreso fra i 15 e i 25 euro mensili, da aggiungere a tutti gli incrementi già imposti dalla BCE a partire dallo scorso anno, il che si traduce in un aumemto del 66% in più rispetto a gennaio 2022 (fonte ADN Kronos): tradotto in rate una famiglia o una coppia che ha deciso di acquistare casa si ritroverà una rata che da 450 euro mensili circa potrà arrivare a sfiorare i 760 euro.
Il problema restano gli stipendi, su cui è in atto un braccio di ferro fra Governo e ABI, da quando il primo ha varato un paio di decreti a sorpresa prima della pausa estiva e non proprio graditi alla massima associazione bancaria italiana, istituendo una imposta straordinaria una tantum sugli extraprofitti che le Banche stanno già intascando proprio a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Con tale imposta il Consiglio dei Ministri punta infatti ad intascare circa 2 miliardi di euro da utilizzare per sostenere l’acquisto delle prime case e tagliare le tasse. Tuttavia, il 12 settembre il Direttore Generale Giovanni Sabatini in audizione al Senato ha esposto la posizione dell’ABI sull’argomento, specificando che – l’extraprofitto si riferisce ad una situazione specifica, quella in cui un’impresa godendo di una condizione di monopolio o di oligopolio può fissare il prezzo dei suoi prodotti ricavando un profitto superiore a quello determinabile in un mercato concorrenziale – meglio noto come speculazione, aggiungendo che tuttavia – tale situazione è assente nelle Banche – .
Il Direttore Sabatini ha anche sottolineato come tale decisione presa dal Governo in modo unilaterale, senza consultare l’ABI, possa incidere negativamente su una economia gia’ in bilico in cui – le ingiustificate penalizzazioni del settore bancario determinerebbero una minore capacità di accantonamenti prudenziali, di finanziamento ad imprese e famiglie, oltre a limitare l’interesse degli investitori verso il settore bancario italiano, con ripercussioni sull’intero mondo economico – e infine ha ricordato, meglio dire avvertito il Governo che – il sostegno delle Banche al collocamento del debito pubblico riveste un ruolo fondamentale – . Chissà cosa avrebbe fatto Draghi. Insomma, i fondi per aumentare il potere d’acquisto degli italiani non ci sono e la soluzione che avrebbe trovato il Governo non piace alle Banche che, al momento, sembrano le uniche beneficiarie di un costo del denaro sempre più alto. I rischi, ancora una volta, sono tutti per i lavoratori, in particolare per i giovani alla ricerca di prima occupazione e per le famiglie, quelle già costituite e principalmente quelle in programma che, mentre Governo e Banche litigano sulle soluzioni da adottare, sono sempre meno restie a guardare al futuro con ottimismo. A scuola tutto ciò si tradurrà in impegno sempre maggiore per i docenti, che in un momento in cui bisogna ulteriormente stringere la cinghia dovranno inventarsi strategie sempre nuove per i ragazzi che frequentano controvoglia: se appassionarli allo studio diventa sempre più difficile, infatti, è proprio perché un futuro incerto non si programma.
Napoletana, docente di ruolo dal 2015 in Diritto ed Economia politica. Studi classici, laureata alla Federico II in Scienze Politiche con indirizzo politico-sociale, ed al Conservatorio di San Pietro a Majella in Discipline musicali con indirizzo canto e coralità. Nella sua formazione hanno sempre convissuto il diritto, la musica e la comunicazione in tutte le sue forme. Ha una lunga esperienza come speaker radiofonica presso una importante emittente del sud e più di recente in una web radio, ha condotto programmi tv in ambito regionale ed è stata imprenditrice nel settore fieristico e di organizzazione di eventi. A scuola si è occupata, fra l’altro, di dispersione scolastica, elearning, inclusione. Nell’estate del 2022 ha insegnato lingua italiana ai bambini ucraini rifugiati a Napoli. Da gennaio 2023 e’ fra gli autori della testata on line “La Voce della scuola live”, con il suo personale contributo su scuola e società.
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