Sulla Carta del docente non vi sono più dubbi: deve essere accreditata anche ai precari. Lo ha ribadito il Tribunale di Parma che, sollecitato dall’azione dei legali Anief in difesa di un insegnante che ha svolto servizio a tempo determinato tra il 2018 e il 2022. Il giudice ha esaminato le carte giungendo alla conclusione che “il diritto-dovere di formazione professionale e aggiornamento grava su tutto il personale docente e non solo su un’aliquota di esso”. Pertanto, nella sentenza, emessa qualche giorno fa, si è giunti alla conclusione che “la normativa primaria possa essere sottoposta a interpretazione costituzionalmente orientata, senza la necessità di sottoporre la questione alla Corte costituzionale, anche alla luce di quanto disposto dalla contrattazione collettiva; gli artt. 63 e 64 del CCNL di categoria impongono all’Amministrazione scolastica di fornire a tutto il personale docente, sia di ruolo sia non di ruolo, «strumenti, risorse e opportunità che garantiscono la formazione in servizio»”.
È indicativo che la posizione del tribunale di Parma arrivi subito dopo quelle dello stesso stampo a cui sono giunti i giudici anche a Roma, Padova, Venezia e ancora a Parma. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’impronta della Corte di Giustizia europea e Consiglio di Stato è stata troppo forte per metterne in dubbio le motivazioni. Anche il Governo ha cercato di rimediare all’errore del legislatore ampliando la fruizione della Carta del docente con il decreto Salva-Infrazioni poi diventato legge, però limitandosi al 2023/24 e solo per i supplenti con contratto in scadenza il 31 agosto 2024. Presentare ricorso con Anief rimane la strada da percorrere per tutti gli altri”, conclude il sindacalista.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI PARMA
“Il Tribunale Ordinario di Parma, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza, eccezione o deduzione disattesa o assorbita, così dispone:
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1. condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito ad attribuire alla ricorrente, tramite il sistema della “Carta Elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente”, l’importo nominale di € 2.000,00;
2. condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito al pagamento in favore del ricorrente delle spese di lite, che liquida in € 1.100 per compenso professionale, oltre 15% per spese generali, i.v.a., se dovuta, e c.p.a. come per legge, e in € 49 per esborsi, con distrazione a favore dei procuratori dichiaratisi antistatari.
Così deciso in Parma, 21/09/2023″.
IL RICORSO CON IL SINDACATO
L’Anief continua a proporre i ricorsi per accedere con Anief al bonus docente: l’obiettivo è quello di recuperare 500 euro per ogni supplenza, anche per i contratti fino al 30 giugno, al termine delle lezioni o di durante ancora inferiore. Per maggiori informazioni o per aderire all’impugnativa del nostro sindacato, in modalità singola o collettiva, basta collegarsi con la pagina internet predisposta dal sindacato autonomo e rappresentativo.

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