Classi pollaio

Classi pollaio. L’interesse è scemato. Nonostante diversi tentativi, rimarranno. Costano troppo per abolirle e il politico non ha alcun vantaggio elettorale.

Classi pollaio. Sentenze contro la iattura pedagogica

Classi pollaio. E’ tramontata la criticità pedagogica della iattura pedagogica voluta dal duo Gelmini/Tremonti (2008-11). Si parla tanto di dispersione scolastica esplicita e implicita, evitando di affrontare la questione delle classi affollate. Chiaro lo scopo: separare i due temi!
Fino a qualche anno fa era frequente leggere sentenze della magistratura avverse la legge 133/08 e soprattutto il D.P.R. 81/09. Solo qualche esempio.
1) la sentenza del  T.A.R del Molise (2012) che metteva in evidenza tutti i limiti della suddetta normativa rispetto alla sicurezza. Il merito di questa sentenza è stato ribadire che il diritto all’istruzione e alla sicurezza è superiore a quello del risparmio ( vorrei dire! )
2) Sentenza del T.A.R. della Sicilia  del 2014  che obbligava un D.S. a sdoppiare la classe formata da 24 alunni (quattro con disabilità). Questa si era formata per la ” fusione” di due classi costituite da un numero minore di alunni.
3) Sentenza  del T.A.R. della Toscana che ha sancito il carattere non costituzionale della iattura pedagogica.

Le classi pollaio saranno inamovibili

Il silenzio della politica di fronte alle sentenze (anche recenti) della magistratura  ha una spiegazione economica. La loro abolizione comporta un esborso di diversi miliardi di € (Proposta legge-Azzolina 2018). A questo occorre aggiungere che la loro esplusione dal sistema scolastico è complesso, in quanto richiede la costruzione di nuovi edifici, la diversa organizzazione di quelli esistenti e l’eventuale recupero di altri dismessi.
Operazione complessa che supera i cinque anni (la migliore ipotesi) della durata di una legislatura. Quindi il politico non ha nessun ritorno elettorale dalla loro abrogazione! Questo è il punto forza della iattura pedagogica! Quindi…

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