Valutazione numerica e Daniele Novara. I suoi rilievi. La sua proposta alternativa in progress non aiuta i ragazzi
Valutazione numerica e Daniele Novara. La sua posizione critica
D. Novara. Noto pedagogista, oltre a lavorare sul campo il suo C.V. propone diverse pubblicazioni. Ovviamente il taglio fa riferimento al suo mondo, dove la cura e il ben-essere dell’infanzia sono centrali. Da qui si comprendono alcuni titoli come “Punire non serve a nulla“, “Cambiare la scuola si può” “I bambini sono sempre gli ultimi” e per chiudere l’interessante “Manutenzione dei tasti dolenti” .
Ovviamente l’elenco dei suoi lavori è più lungo.
La sua preparazione teorica e anche l’esperienza concreta lo rendono autorevole nelle considerazioni su vari aspetti che riguardano i bambini e i ragazzi.
Nell’ultimo periodo uno dei temi caldi è la controversia sui voti. Non meraviglia la posizione critica di D. Novara verso questa pratica. Il quotidiano La Repubblica (14.10.23 “Promossa la scuola senza voti”) ospita una sua intervista . Si legge ” Specialmente alle superiori, l’utilizzo di voti numerici umilianti come il due o il tre, e di tutte le loro “sfumature” di meno, meno meno, più e più più, non possono pretendere di alzare la motivazione scolastica, in particolare nei ragazzi più fragili”. Da qui la sua valutazione estremamente negativa integrata dal riferimento a un modello di scuola superato.
Daniele Novara non aiuta i ragazzi
Non condivido questa sua presa di posizione. L’autorevolezza di D. Novara acquisita non è indice di infallibilità di giudizio. Per una valutazione bilanciata e serena occorre sempre fare riferimento ai condizionamenti della realtà sempre complessa. Pertanto la proposta di espellere i voti dalla scuola non è un buon servizio che si fa al ragazzo. Nell’immediato certamente i pro superano i contro. In prospettiva, invece la situazione si ribalta, in quanto la realtà universitaria, sociale e lavorativa puntano tutte sulla valutazione numerica o comunque sul merito. E’ bene abituare i nostri ragazzi a gestire le situazioni generate dai voti, senza inutili e dannose scorciatoie giustificate dalla necessità di evitare stress e ansia. L’altro giorno ho scritto: “La scuola senza voti è sempre più simile a un centro di ben-essere, dove la fatica dell’apprendere è bandita e quindi anche la certificazione del proprio limite, attraverso una valutazione. Qualsiasi voto infatti, consegna al ragazzo l’altezza della meta raggiunta, e nello stesso tempo il tratto ancora da percorrere. Questo doppio scenario è stato espulso perché a detta di alcuni turba, generando anche nevrosi. Da qui l’esaltazione dell’illimitatezza, e la conseguente illusione di essere padroni della propria esistenza. Salvo poi accorgersi che l’esistenza è complessità. E per arrivare a questa consapevolezza è sufficiente imbattersi in un organismo semplice come il Covid, che fa saltare il banco delle false certezze“.
La posizione estremista di D. Novara e la sua proposta (valutazione formativa in progress) mi sembrano carenti di concretezza. Sensata e mediana la posizione di L. Trucchia (associazione genitori) che, all’interno delle stesso articolo che ospita anche le interviste a A. Giannelli (ANP) e a B. Chiesa (rappresnetante studenti) dichiara: “Siamo convinti che il voto, o valutazione, inteso come mezzo per crescere aiuti, a condizione che sia accompagnato da indicazioni, suggerimenti per migliorare“

Gianfranco Scialpi, dal 1983 docente di scuola primaria. Dal 1994 svolge attività di formazione su tematiche prevalentemente didattiche. Recentemente ha tenuto corsi di corsi sull’uso delle Tic nella didattica (mappe concettuali) e sulla navigazione sicura nel Web rivolti soprattutto agli studenti. E’ stato preparatore agli esami Ecdl presso il proprio istituto. Ha un blog personale. Qui ha pubblicato in questi ultimi anni 1.700 articoli. E’ articolista presso diverse testate online (OrizzonteScuola, ScuolaInforma e Informazionescuola…). E’ coautore di testi di didattica (Istituto Didattico Teramo). Nel proprio Istituto scolastico ricopre le funzioni di F.S. alle Tic, referente al contrasto al Cyberbullismo e responsabile di plesso. Con il supporto del Municipio 3° e 5° (Roma) ha costituito un gruppo di referenti al Cyberbullismo (2018), che poi ha realizzato un comune regolamento come previsto dalla legge 71/17.