Con entusiasmo ho accolto l’invito del professor Arcangeli a partecipare al contest “La scuola che vorrei”, realizzando insieme a 17 classi degli indirizzi classico, linguistico e scientifico dell’IIS Leonardo da Vinci, e alle colleghe Maria Grazia Baiocco, Marina Balacco e Maria Stefania Silenzi un lavoro che rappresentasse tutto il nostro istituto .
Il nostro cortometraggio parte da un’idea, quella di una scuola come comunità, non tanto piccola, visto che conta 1700 alunni, e come casa, perché i nostri studenti, se ci pensiamo, vi trascorrono gran parte delle loro giornate, dove intessono le loro relazioni ed amicizie.
Come una casa la scuola accoglie , questa la seconda parola chiave, accoglienza ed integrazione. Qui si inseriscono le interviste curate dalla prof.ssa Silenzi ai suoi studenti della classe di italiano L2, ragazzi che provengono da tanti paesi diversi,ma tutti accomunati dal desiderio di essere conosciuti e riconosciuti nella loro identità, nelle loro storie, nel loro vissuto. Non vogliono essere considerati un peso perché rallentano i programmi, ma vorrebbero spiegare che spesso, dietro uno sguardo distratto, vi è il peso di chi dalla propria terra è dovuto scappare.
Vi è in loro la consapevolezza di essere fortunati perché la scuola nei loro paesi è un privilegio per pochi, non un diritto.
Senza cesure, si passa alle altre interviste, qui la scuola è sempre una casa dove ci si aiuta e sostiene, dove, come avrebbe detto Don Milani, non si lascia indietro nessuno.
Passando dalla richiesta di una scuola senza voti perché non si vuole essere identificati in un numero, chiudiamo con la scuola che pensa, che educa al secondo me, e che appassiona.
Gli studenti chiedono di non essere meri ripetitori di contenuti, ma chiedono di riflettere, di capire e comprendere ciò che accade fuori . In un mondo in cui tutti sono iperconnessi e le notizie sono a portata di un click, i giovani fanno veramente fatica a decodificare le notizie di attualità, quali i più recenti conflitti. In questo noi docenti siamo investiti di un ruolo estremamente importante e delicato, dobbiamo fornire loro con onestà intellettuale, gli strumenti per capire la realtà.
Gli studenti chiedono in ultimo, ma direi che questa è la cifra di tutto, insegnanti appassionati, che non siano insegnanti per mestiere, ma per passione, ed è la passione che genera poi la meraviglia, ed infine la meraviglia, come ci insegnano Platone e Aristotele, che è l’origine della vera conoscenza.
Prof.ssa Anna Maria Caldarola

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