Occupata la sede dell’Università L’Orientale di Napoli per solidarietà al popolo palestinese, Bernini «Persone incappucciate che occupano un’università, non agevolano scambio di idee e opinioni»
«Università L’Orientale occupata. Con la Palestina fino alla vittoria», quanto emerge dallo striscione esposto a Palazzo Giusso, sede centrale dell’università partenopea, alle ore 8 di questa mattina, 6 novembre, di seguito le lezioni e gli esami in programmazione sono stati bloccati arrecando disagi non indifferenti per i corsisti. Annullato anche un convegno pro-pace contro il conflitto civile/religioso, lo stesso che ha scaturito l’azione studentessa. Infatti nel pomeriggio era previsto un dibattito sulla questione israelo-palestinese promosso dall’ateneo occupato.
Protagonisti dell’iniziativa gli studenti dei collettivi universitari che già alcune settimane fa esposero una bandiera palestinese sulla stessa facciata del Palazzo Giusso. «La complicità degli Stati Uniti, dei governi occidentali e, non per ultimo, del governo italiano -dichiarano gli studenti-. Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio. È stato impedito l’accesso a Gaza di cibo, acqua, cure e carburante, i bombardamenti sono all’ordine del giorno e mirano indiscriminatamente case, scuole e ospedali».
Ferma la condanna del rettore Roberto Tottoli: «Condanniamo con fermezza l’occupazione di una nostra storica sede, un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti non solo dell’Ateneo ma della democrazia e delle istituzioni. Un conto è manifestare le proprie opinioni, un conto è impedire il regolare svolgimento delle attività istituzionali». E sul convegno, conclude Tottoli: «Oggi in programma a Palazzo Giusso avevamo non solo le attività didattiche ma anche un incontro proprio sulla crisi israelo-palestinese, che ovviamente è saltato. Occupare chiudendo l’accesso al palazzo è un atto che non posso credere sia stato compiuto dagli studenti dell’Orientale, perché da trecento anni noi insegniamo il confronto tra tutte le culture e tutte le posizioni, confronto che deve essere sempre democratico e pacifico. La violenza non è mai una soluzione e non porta mai alla risoluzione di nessun conflitto».
Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a «Il pomeriggio» di Rai Radio 1. «Io qui non vedo il confronto. L’università – ha aggiunto Bernini – è il luogo ideale per manifestare le idee, altra cosa sono le occupazioni. Azioni che impedisco agli atenei di fare il proprio mestiere: lezioni o, come mi diceva il rettore, un dibattito sulla situazione israelo-palestinese previsto oggi. Insomma, il contrario di un libero scambio di idee»

Doriana D’Elia – Pedagogista e Presidente CNDI Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati