pensione

I Millennials quelli nati a cavallo tra gli anni 80’ e 90’ si trovano di fronte a un gioco delle tre carte. Per facilitare la loro pensione di vecchiaia, il governo Meloni, in realtà, rende quasi impossibile la pensione anticipata, aumentando i requisiti rispetto ai già rigidi requisiti Fornero

Le regole Fornero prevedono per i Millennials due vincoli. Per andare in pensione di vecchiaia (67 anni con 20 di contributi) devono poter avere un assegno di 1,5 volte quello sociale e cioè di 755 euro, alle cifre di oggi. Per andare in pensione anticipata (64 anni con 20 di contributi) devono poter contare su un assegno di 2,8 volte superiore: 1.409 euro. Questi due vincoli non esistono per i genitori dei Millennials

Il governo Meloni ha deciso di abbassare il primo requisito per la vecchiaia da 1,5 volte a una volta (503 euro). Ma alza il secondo requisito per l’anticipata da 2,8 volte a 3 volte (1.510 euro), introducendo uno sconto mamme: le lavoratrici con un figlio restano a 2,8 volte, quelle con almeno due figli scendono a 2,6 volte equivalenti a 1.308 euro

Queste modifiche, tuttavia, sembrano essere un messaggio a Bruxelles, piuttosto che un tentativo di aiutare i giovani italiani. Il governo sostiene che queste modifiche sono necessarie “per non pregiudicare la sostenibilità delle finanze pubbliche e del debito“.

Le simulazioni fatte da Andrea Carbone, fondatore di smileconomy, per Repubblica, mostrano che un lavoratore dipendente si assicura l’uscita di vecchiaia se riesce a guadagnare 17 mila euro lordi all’anno per vent’anni (prima erano 26 mila euro). A un autonomo, che versa meno contributi, servono 24 mila euro (prima: 36 mila euro). Entrambi però avranno un assegno da fame: 503 euro.

Puntare alla pensione a 64 anni, diventa invece affare da ricchi. Ci riesce un lavoratore dipendente che guadagna 46 mila euro lordi per 25 anni e un lavoratore autonomo che ne prende 63 mila euro. Prima ad entrambi “bastavano43 mila euro e 59 mila euro: traguardi ora riservati alle mamme lavoratrici con un figlio

Le nuove regole pensionistiche quindi, sembrano essere un duro colpo per i nati a cavallo tra gli anni 80’ e 90’, rendendo la pensione anticipata un’opzione quasi irraggiungibile per molti.

Questo potrebbe avere gravi conseguenze per la generazione Z e oltre, i quali giovani si trovano già ad affrontare una serie di sfide economiche particolari e ai quali la pensione forse sarà data a sorteggio visto l’andamento.

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