Ancora una volta l’università italiana viene lasciata indietro: nella bozza di legge di bilancio 2024 non compare nessun finanziamento destinato al diritto allo studio o al miglioramento delle condizioni di lavoro delle migliaia di ricercatori precari del Paese. “Questa mancanza non ci stupisce ma ci preoccupa. Questo governo vuole dimostrare chiaramente che nell’università italiana del 2023 non c’è spazio per gli studenti che non possono permettersi di pagarsi interamente gli studi” denuncia Virginia Mancarella i Link Coordinamento Universitario. “Da anni denunciamo le condizioni di sempre maggiore declino dell’università italiana, non sono sufficienti piccole misure tampone, serve un’altra università.”. Questa la convizione che ha spinto gli studenti di Link ad avviare un processo di intenso dialogo con le altre realtà dell’università che raccolgono professori, dottorandi, personale universitario e ricercatori precari, per costruire insieme un diverso modello di università. “Per questo motivo, dopo lo sciopero studentesco del 17 novembre in cui ci mobiliteremo in tutto il Paese, ci riuniremo insieme nell’assemblea nazionale PER UN’ALTRA UNIVERSITA’ il 19 novembre a Bologna” conclude Mancarella. “Ma non ci fermeremo qui: il 25 saremo di nuovo a Roma sotto il Parlamento durante la discussione della legge di bilancio per rivendicare un modello di università che metta al centro la conoscenza e non il profitto”
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