La scuola del merito e del voto. Testimonianza diretta di due rappresentanti della “vocedellascuola.it”.
Sintesi non impegnativa. Il contributo di la “vocedellascuola.it” (Gioconda Martucci)

La scuola del merito e del voto

La scuola del merito e del voto. Quest’ultimo prepara al futuro. Il convegno proposto ieri (16 novembre – Camera dei deputati),  P. Frassinetti (sottosegretaria al Mim) lo ha voluto fortemente, riuscendo a presentare un prodotto interessante e stimolante. Il suo impegno è stato premiato dall’alta partecipazione. L’aula era completa. Erano presenti politici, sindacalisti (Gilda, Anief…) dirigenti scolastici, molti docenti, esponenti del mondo studentesco e ovviamente gli autori di questo contributo per la  “vocedellascuola.it”. Impensabile la presenza di tecnici della valutazione in un convegno politico e finalizzato soprattutto a comunicare le azioni portate a compimento.

Il report sugli interventi

Molti gli interventi. Questo, però non è stato un problema per la sintesi. “Il merito” è stata l’espressione ricorrente. Del resto non poteva essere diversamente. La denominazione del Ministero dell’istruzione è stata integrata dal suddetto termine. Il segnale è chiaro: voler caratterizzare da destra il Ministero. Promessa elettorale mantenuta (Mollicone).
Tutti gli interventi hanno messo in risalto la nuova stagione del merito che si sta traducendo in diversi provvedimenti come il ripristino del voto numerico che affiancherà il giudizio (P. Frassinetti). E’ stato voluto per migliorare la comunicazione tra la scuola e la famiglia, rendendola comprensibile a vantaggio di quest’ultima.  Tutti gli interventi hanno voluto rimarcare la differenza con i governi soprattutto di sinistra, condizionati quest’ultimi dall’ideologia dell’egualitarismo in uscita. L’approccio ha favorito un atteggiamento di “demonizzazione” del merito.
S. Zecchi ha espresso la convinzione che il sessantotto come evento culturale non  si è mai concluso, condizionando l’approccio della scuola alle differenze. Il voto non è sanzionatorio ma restituisce allo studente la sua “istantanea” scolastica, aiutandolo a riflettere su come migliorarsi (impegno), e nello stesso tempo a individuare le proprie potenzialità, specificità da coltivare. Queste devono essere sostenute e valorizzate dall’Amministrazione (art. 34 Costituzione). In altri termini la scuola è aperta a tutti (punti di partenza), poi però la differenza come risorsa individuale e collettiva diventa punto di riferimento ( “ti dice dove puoi arrivare” Roscani)  verso il quale la Repubblica ha il dovere di sostenere ai livelli più alti del percorso scolastico e nel caso universitario.

Il contributo di la “ vocedellascuola.it

La vocedellascuola.it ha dato il suo contributo con questo intervento (Gioconda Martucci).
Una prospettiva che promuove una visione del voto come strumento di valutazione e la meritocrazia come giustizia sociale può contribuire a un sistema educativo più equo e incentrato sulla crescita individuale. Questo approccio potrebbe favorire l’identificazione e la valorizzazione dei talenti, riducendo al contempo gli elementi di competizione e stress associati alle valutazioni tradizionali.
I voti, se utilizzati con attenzione, possono essere uno strumento utile per valutare il livello di apprendimento e identificare aree di potenziamento. Tuttavia, è importante adottare approcci alternativi, come attività laboratoriali e lavori di gruppo, per trasmettere il piacere di apprendere. Inoltre, il voto può essere un indicatore per i docenti di come adattare le strategie didattiche in un’ottica inclusiva. Cambiare il focus da una società basata sul successo a una scuola come luogo di crescita e sviluppo potrebbe favorire l’emergere e l’espressione dei talenti.
Nel contesto di una visione che favorisce la meritocrazia, è essenziale considerare metodologie di valutazione più ampie, come progetti di gruppo e attività pratiche, al fine di riflettere in modo più accurato le competenze e le abilità degli studenti. Inoltre, un’enfasi sulla crescita personale potrebbe incoraggiare un approccio più positivo all’apprendimento, spingendo gli studenti a superare le sfide anziché temerle. La sfida sta nel bilanciare la necessità di valutazioni oggettive con un ambiente educativo che nutre il potenziale di ciascun individuo.

Gianfranco Scialpi e Gioconda Martucci

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