AFAM – Conservatori: con un’invenzione del Ministero partono i concorsi “in famiglia”

AFAM – Conservatori: con un’invenzione del Ministero partono i concorsi “in famiglia”

Grande scalpore ha suscitato l’esito del concorso indetto dal Conservatorio di Teramo per clarinetto, subito dalla stampa definito “clarinettogate della famiglia Paci”, per il quale è risultato vincitore il figlio ventiduenne del direttore, Federico Paci, dello stesso Conservatorio. Il concorso è stato bandito in osservanza a un Decreto Ministeriale emanato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, il famigerato D.M.180, che, nato sotto il segno della svolta meritocratica, avrebbe dovuto porre fine alle sanatorie usate per la stabilizzazione dei docenti precari del comparto AFAM – Alta Formazione Artistica e Musicale –  (le graduatorie nazionali, per intenderci), sostituendole con i cosiddetti  concorsi  di sede. Lo sconcertante risultato di Teramo ha evidenziato però le profonde criticità del D.M., che più volte sono state sollevate ma mai recepite da chi quel D.M. ha redatto, criticità che possono essere ricondotte ad un’unica decisione che appare, se non infelice, quantomeno ingenua: il ministero ha demandato l’intera gestione dei concorsi alle singole istituzioni.

Ma facciamo un passo indietro: per insegnare in Conservatorio occorre una idoneità che si consegue, con un bando pubblico, previa valutazione di titoli (di studio, servizio e soprattutto tanti, tanti titoli artistici); si è quindi inseriti in una graduatoria d’Istituto e nominati con contratti a termine. Con il requisito di tre anni almeno di servizio , negli ultimi vent’anni i docenti precari hanno avuto accesso a graduatorie nazionali ed immessi via via in ruolo. Senonché, nel giugno scorso, il ministro Anna Maria Bernini ha pubblicamente (in tv, davanti a milioni di telespettatori) affermato che quello delle graduatorie nazionali è stato un sistema di reclutamento che ha determinato assunzioni senza merito, e perciò patologico. Perché avrebbe usato un aggettivo così svilente e ignominioso? Forse perché, ma possiamo solo presumerlo, l’operato delle singole commissioni preposte a stilare le graduatorie d’Istituto non è stato finora sempre trasparentissimo. Orbene, a parte il fatto che se così fosse almeno due terzi dei docenti attualmente in servizio nei Conservatori non meriterebbero il posto che occupano, il che rappresenta di per sé un’accusa gravissima, ma perché mai, allora, avallare una procedura assolutamente analoga, che vede il persistere di commissioni diverse per ogni singolo Conservatorio (o consorzio di conservatori), ognuna delle quali adotterà personali criteri di valutazione, programmi uno diverso dall’altro, con membri dei quali il D.M. non si preoccupa di specificare i requisiti (anzianità di servizio, ruolo ottenuto dopo vittoria in concorsi a cattedra nazionali, insegnamento nella stessa materia), membri che non hanno neanche l’obbligo di dichiarare la loro posizione rispetto ai candidati? Si è sottovalutato altresì il carico degli inevitabili, gravosissimi oneri legati all’attivazione dei concorsi di sede previsti dal D.M. 180, attivazione avviata nonostante il parere negativo della ragioneria di Stato, che ne aveva messo in luce proprio l’impatto economico dei costi vivi e organizzativi. Chissà, forse proprio per questo il D.M. ha creduto bene di scaricare sui Conservatori tutte le spese organizzative. E i Conservatori, per non dover dare fondo ai loro fondi, hanno rispettato alla lettera il D.M. non contemplando neanche un euro di onorario per i membri delle commissioni che pure saranno impegnati, gratis, per mesi e mesi, per di più con l’obbligo di recuperare il servizio “perso” per i lavori concorsuali. Questo aspetto, non secondario, non porterà forse (in realtà lo ha già portato) alla formazione di commissioni locali, proprio perché nessun docente vorrà sciropparsi centinaia di km, e nessuna istituzione sobbarcarsi spese troppo onerose di trasferta? E se la commissione sarà  formata da membri locali, non è forse lecito sospettare un minimo di “tutela” nei confronti di candidati del luogo (escludiamo i parenti per carità), ma magari ex allievi, ex colleghi o semplicemente figli di? Va bene ma qui finalmente si deve suonare, direte voi. Beh non è esattamente così (ed ecco che ritorniamo alla procedura patologica), perché il D.M. stabilisce che PRIMA delle prove in cui si suona la commissione dovrà valutare i titoli del candidato: noooo ancora graduatorie! Quanto sarà facile in questa fase scremare le migliaia di ignari candidati iscritti per ogni materia, e farli diventare poche decine? Ma allora, caro ministro, se il sistema della valutazione dei titoli, che per 20 anni ha forgiato le vituperate graduatorie d’istituto e poi nazionali, è stato definito patologico, per quale bizzarra ragione non solo lo ha ripristinato, ma addirittura diviene condizione primaria per accedere alle prove successive? Cosa fa credere che questa volta la commissione non continuerà ad utilizzare criteri di non trasparenza, non imparzialità, logiche clientelari, favoritismi, insomma tutto ciò di cui è stato accusato quel sistema? Una repentina quanto improbabile redenzione morale dei commissari? In altre parole, il solito cane si morde la coda: dopo mesi di sbandierate dichiarazioni sul merito finalmente ritornato alla base del reclutamento AFAM, saranno ancora una volta le singole commissioni nei vari Conservatori a fare il bello e il cattivo tempo, con una procedura prima condannata senza appello e poi tranquillamente autorizzata. E lo scandaloso risultato di Teramo sarà solo l’inizio.

In allegato il link del servizio che il programma Le Iene ha mandato in onda sulla questione Teramo, il caso del concorso al Braga vinto dal figlio del direttore: TALENTO O FIGLIO DI PAPÀ? https://www.iene.mediaset.it/video/talento-o-figlio-di-papa_1305113.shtml

2 Comments

  1. Maria Rosa Barbieri

    Condivido pienamente le polemiche circa le modalità di reclutamento stabilite dal D.M. 180. In particolare ritengo anticostituzionale il punto in cui si stabilisce che per sostenere le prove pratiche sia necessario ottenere un determinato punteggio per titoli artistici e di servizio ( in alcuni casi chi non ha ancora avuto la possibilità di incarichi AFAM, potrebbe essere un bravissimo musicista, ma non potrebbe partecipare al concorso e poi la valutazione dei titoli artistici…). Se uno ha i titoli di studio richiesti dovrebbe avere la possibilità di partecipare al Concorso. E poi ogni conservatorio o consorzio di conservatori programmi diversi d’esame, altro punto davvero ridicolo.
    Forse, pur con tutte le criticità, il sistema a cui ispirarsi per l’assunzione, potrebbe essere quello dei concorsi per la scuola
    Il candidato con i titoli di studio partecipa al concorso in una regione di sua scelta.
    Chissà se il governo Meloni voglia pensare a una imparziale procedura di assunzione……sarebbe una bella dimostrazione.
    Grazie

    • Gabriele Molinari

      E poi lei non ha visto gli anni peggiori, cioè il primo che passa sotto al portico viene assunto.Tanta tanta gente e’ di ruolo da anni con la sola terza media.Per intitoli di servizio ,nonostante al concorso possano partecipare anche chi e’ di ruolo proveniente da altre istituzioni (non Afam,pur avendo titoli scolastici ed artistici ) non potendo avere insegnato per forza (ruolo) in Afam,non viene contato il servizio prestato nello stato che è lo stesso dei conservatori.Quindi incostituzionale.Inoltre nell’ ultimo bando scaduto 20 giorni fa,possono partecipare i poverini che non hanno titolo e per loro ( ma solo per loro) si conta il servizio risalendo retroattivamente fino al 2015.Ma questa è solo la punta dell’ ‘iceberg.Per esempio nelle domande telematiche di alcuni conservatori esiste un blocco sui 6 punti di servizio in Afam.Su questo punto la domanda di blocca e quindi sei un delinquente se non li hai.Se poi hai 250 concerti documentati fra manifesti,riprese televisive,ecc.vinto concorsi,ecc Non conta niente……. li hai rubati.N.B. se nelle commissioni ci vanno quelli con la terza media,cosa succede ? (Attenzione,molti hanno conseguito un titolo DOPO essere entrati in ruolo con la terza media).Non vado più avanti perché non c’è la faccio

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