È in corso da giorni una protesta degli agricoltori italiani per difendere il Made in Italy dalle multinazionali. Migliaia di trattori stanno sfilando per le strade da Nord a Sud pronti a raggiungere Roma nei prossimi giorni per smuovere il Governo sulle politiche europee che costringono al macero tonnellate di prodotti invenduti della nostra terra. La pagina Facebook C.R.A. Agricoltori traditi , nelle numerose dirette organizzate quotidianamente, rivendica politiche serie per il sostegno all’agricoltura italiana messa in ginocchio dall’ingresso sfrenato nel paese di prodotti della Comunità Europea, a cui si aggiunge la possibilità che inizi la commercializzazione di farine di insetti e carne sintetica. Gli agricoltori si sono organizzati in comitati locali, da cui l’acronimo C.R.A. Comitati Riuniti Agricoltori ed hanno iniziato a marciare lungo le strade italiane dal 22 gennaio scorso, incoraggiati anche da una rivolta analoga dei colleghi francesi. Intanto il Governo del “Made in Italy” tace, domani c’è la possibilità di incontrare il Ministro Lollobrigida a Verona, tuttavia se non si riuscirà a strappare alcuna promessa su come risolvere la crisi del Settore Primario i trattori procederanno dritti verso Roma. Gli agricoltori lamentano il silenzio delle istituzioni ed invitano tutti i cittadini a sostenerli in questa battaglia: dai video pubblicati risulta che ogni anno produttori di frutta e verdura da Nord a Sud siano costretti a distruggere la merce invenduta a causa della indisponibilità dei supermercati ad acquistarla. In un video circolato su Tik tok un agricoltore siciliano spiega di essere addirittura pagato per smaltire le sue melanzane, rifiutate dal mercato italiano a favore di merce che proviene da altri paesi come la Spagna, dove ci sono meno controlli qualità sui prodotti e la manodopera costa meno. In un altro video un importante produttore di mele preferisce macerarle per conto suo piuttosto che svenderle a pochi centesimi, da cui non ricaverebbe nemmeno le spese per la coltivazione. Molti agricoltori dal dopo pandemia hanno dovuto dichiarare fallimento, altri sono in procinto di doverlo fare. Un vero scacco alla nostra agricoltura che in ogni regione coltiva prodotti d’eccellenza che potrebbero arricchire le nostre tavole in modo genuino ed economico, in luogo di cibo spazzatura che spesso acquistiamo senza nemmeno rendercene conto. Gli agricoltori sono molto critici nei confronti di sindacati e associazioni di categoria, da cui non si sentono tutelati; in un post si legge:
“I prodotti italiani sono i migliori del mondo. I peggiori del mondo sono i sindacati agricoli italiani, venduti e corrotti”.
In queste ore sono in corso cortei di trattori a Cassino, Benevento, Mantova, Lecce, Rieti e Terni, Forlì e Grosseto, unica città, quest’ultima, in cui gli agricoltori hanno incontrato l’opposizione del Questore: “non capiamo il perché, ci stiamo comportando bene, il Questore di Grosseto è stato l’unico ad opporsi ma noi non ci siamo fermati”. Le proteste inziate già nei giorni scorsi sulle strade di Emilia, Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna, hanno incontrato qualche resistenza, oltre che a Grosseto anche in Padania, a causa dell’emergenza smog di questi giorni, che la circolazione ininterrotta dei trattori non aiuta, tuttavia la protesta non sembra volersi fermare, al contrario sembra inasprirsi sempre di più e nei prossimi giorni, se i trattori dovessero davvero decidere di radunarsi a Roma si prevede paralisi del traffico totale.