Alla vigilia dell’ultimo termine per iscriversi ai nuovi albi delle professioni pedagogiche, il ministero della Giustizia scrive in una nota che «la scadenza inizialmente prevista per il 6 agosto sarà prorogata». Apei ribatte: «Vogliono fermare il processo che ci porterà ad avere un nostro presidente»
Manca la data ufficiale, ma la comunicazione vale come fonte accreditata che dà origine al susseguirsi di rumors da più parti. Ricordiamo che per iscriversi al nuovo albo degli educatori e pedagogisti, istituito con la legge n. 55/2024, il termine ultimo è il prossimo martedì 6 agosto salvo ulteriori indicazioni che ad ore dovrebbero arrivare. Il 6 agosto, è la data indicata dalla legge (90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento). «La scadenza, inizialmente prevista per il 6 agosto, sarà prorogata», scrive in una nota il ministero della Giustizia. «I ministeri interessati sono al lavoro per predisporre il testo ed inserirlo nel primo provvedimento normativo utile», prosegue. Di quanto potrebbero essere prorogati i termini? Non si sa, forse al 31 dicembre, come ha detto l’onorevole Maria Carolina Varchi (FdI) in un incontro online con l’Associazione Italiana Pedagogisti Educatori-Apei.
Garantito il lavoro a settembre
L’obiettivo della proroga, scrivono sempre da via Arenula, «è garantire agli operatori del settore, per il nuovo anno scolastico che partirà a settembre, di poter continuare a svolgere i loro servizi educativi e socio-pedagogici. Il ministero della Giustizia, sempre a partire da settembre, incontrerà le associazioni più rappresentative del settore al fine di assicurare pieno supporto ai soggetti coinvolti dall’attuazione della legge istitutiva del nuovo Ordine professionale».
Cerchiamo di capire i pro e i contro dell’eventuale proroga e chi li avvalla e il perché:
Proroga sì
Una proroga della data del 6 agosto è stata chiesta dalle cooperative e dalle organizzazioni sindacali, sia per dare più tempo – anche in considerazione della data estiva – per l’iscrizione a tutti quanti sono già in possesso dei requisiti indicati dalla legge sia per trovare soluzioni più idonee per la salvaguardia e la tutela occupazionale delle migliaia di occupati nei servizi educativi, socio-educativi, socioassistenziali, socio-pedagogici, sociosanitari, che lavorano in coerenza con le disposizioni normative regionali e/o nazionali vigenti, ma che sembrano attualmente non avere i requisiti previsti dalla Legge 55/24. Se queste persone non potessero iscriversi all’albo e quindi non potessero più lavorare come educatori, i servizi salterebbero sostengono i gestori: l’ipotesi di sostituire questi lavoratori con altri in possesso dei titoli c’è solo sulla carta, stante la perdurante enorme difficoltà di trovare educatori che tutto il comparto del lavoro sociali sta vivendo negli ultimi anni.
Proroga no
Non tutti ovviamente sono d’accordo con la proroga. Contraria è in particolare Apei, l’associazione che negli anni passati è stata la promotrice a livello politico dell’albo e dell’ordine: con i suoi 3.300 iscritti è la realtà più grande e che ha forti aspettative sull’istituzione degli ordini regionali.
Apei – racconta il presidente Alessandro Prisciandaro, una lunga vita professionale nei servizi del Comune di Palermo – «ha scritto a tutti gli organi politici, sindacali, associativi e ministeriali per scongiurare l’eventualità della proroga, che non solo sarebbe una doccia fredda per i 50mila professionisti che in questi giorni si sono già regolarmente iscritti e che sono ora in attesa di eleggere i propri rappresentanti, ma manca di qualsivoglia motivazione». Le «pressioni dei datori di lavoro», spiega, «vogliono perpetuare l’andazzo di utilizzare personale non qualificato nei servizi alla persona, una vergogna tutta italiana, che per abbassare i costi delle prestazioni in convenzione, sfrutta e sottopaga migliaia di persone non qualificate. Una vergogna a cui le lotte dei pedagogisti e degli educatori hanno contribuito a mettere fine, con l’obbligo sancito dalla legge 55/2024 di assumere educatori iscritti all’albo professionale e quindi in possesso di tutti i requisiti professionali».
Insomma, i tempi non erano affatto brevi e chi voleva si è organizzato benissimo, «come provano le 50mila domande già protocollate dai tribunali in tutta Italia a cui vanno aggiunte le mail inviate ma non ancora protocollate», afferma Prisciandaro. «Parlare di servizi che salterebbero a settembre non ha alcun fondamento: abbiamo contato 57 titoli previgenti con cui oggi ci si può iscrivere all’albo, non resterà fuori nessuno. Abbiamo previsto una flessibilità e una apertura così larga che non ci sarà alcun problema. La 205/2017 peraltro prevede che chi sta già lavorando nei servizi non può esser licenziato».
Ordine, elezioni e aspettative di rappresentanza
L’altro aspetto caldo, inutile nasconderselo, è quello che riguarda l’iter e i tempi per l’elezione dell’ordine. «Vogliono impedirci di eleggere i nostri rappresentanti, una cosa gravissima», tuona Prisciandaro.
Ad oggi i tempi sono questi: entro il 6 agosto in ogni regione (tranne la Puglia, che ha già indicato come data il 2 ottobre) il commissario raccoglie le domande di chi chiede di iscriversi agli albi, quindi il commissario verificherà i requisiti di chi ha presentato domanda, pubblicherà gli elenchi ed entro 90 giorni dalla pubblicazione degli elenchi indirà le elezioni del presidente regionale. A quel punto partirà la macchina per la costituzione dell’ordine nazionale e degli ordini regionali.
«Noi – come anche tanti altri soggetti – siamo pronti: a partire dalla settimana prossima presenteremo le nostre liste. Non è possibile che dopo il successo enorme di questa prima fase del percorso, quella della presentazione delle domande, ora che si entra nella fase delicata del processo di costituzione ordinistica, alla vigilia delle elezione dei consigli regionali e dei presidenti degli albi professionali… qualcuno voglia fermare tutto. Noi educatori e pedagogisti vogliamo poter eleggere i nostri rappresentanti», spiega Prisciandaro.
Una proposta di mediazione
Vero è – ammette il presidente – che il 6 agosto non è esattamente una data felice e che poiché i commissari non sono stati nominati tutti nello stesso momento, nelle varie regioni c’è stato chi ha avuto un po’ più tempo di altri per l’iscrizione. «In uno sforzo di mediazione abbiamo proposto noi un emendamento: contiamo i 90 giorni per la presentazione delle domande non a partire dalla entrata in vigore della legge ma dal momento in cui, regione per regione, è stato nominato il Commissario. Così arriveremmo a settembre/ottobre. È la scelta che ha già fatto la Puglia», spiega il presidente di Apei.
Con una precisazione però: «L’iter per le elezioni dei presidenti regionali deve partire subito, a partire dagli elenchi resi noti in base alle domande arrivate entro il 6 ottobre, che è la data indicata dalla legge. Tutte le domande presentate dal 7 agosto e la nuova data individuata a partire dalla nomina del commissario costituiranno un “secondo elenco” che verrà trasmesso al presidente regionale neoeletto, il quale le inserirà nell’albo alle stesse condizioni della prima tranche. In questo modo liberiamo i commissari, tuteliamo i diritti di tutti i lavoratori e già in autunno noi educatori avremo finalmente un presidente. Ma soprattutto gli italiani avranno quella cura, quell’assistenza e quell’educazione di qualità che attendono e si meritano».
Il Ministro Nordio, vuole convocare a settembre le associazioni professionali di categoria e cioè dopo la proroga che modifica la legge 55/24 con i suoi nefasti effetti.
Mi chiedo se non sarebbe opportuno convocarci PRIMA per ascoltare le nostre ragioni e garantendo il diritto agli oltre 50.000 professionisti ad eleggere i propri rappresentanti.
In questo modo eviterebbe la tarantella delle decine di associazioni che si sono affastellate e che si auto proclamano “rappresentanti” pur con pochissimi soci. Il Ministero proceda prima ad una verifica della reale rappresentanza e convochi le associazioni realmente rappresentative.