Anno nuovo, problemi vecchi: D’Aprile (UIL Scuola) la campanella suona con 200 mila docenti e 50 mila ATA supplenti, continuità didattica a rischio.

Anno nuovo, problemi vecchi: D’Aprile (UIL Scuola) la campanella suona con 200 mila docenti e 50 mila ATA supplenti, continuità didattica a rischio.

L’inizio dell’anno scolastico è spesso un momento di aspettative e speranze, ma per molte scuole italiane, settembre porta con sé anche preoccupazioni ricorrenti. Quest’anno, il suono della campanella sarà accompagnato dalla presenza di oltre 200 mila supplenti, con una parte significativa di questi (106.000) assegnati al sostegno. A questa situazione si aggiunge il precariato del personale Ata, con oltre 50 mila unità, rendendo sempre più difficile garantire quella continuità didattica che è fondamentale per l’apprendimento degli studenti.

La piaga del precariato: una realtà consolidata

L’alto numero di supplenti non è una novità per il sistema scolastico italiano, ma la situazione sembra peggiorare di anno in anno. Il precariato non riguarda solo i docenti ma anche il personale Ata, che svolge un ruolo cruciale nel supportare le attività didattiche e gestionali delle scuole. La mancanza di stabilità nel personale influisce negativamente su tutta la comunità scolastica: studenti che vedono cambiare i loro insegnanti ogni anno, famiglie preoccupate per la qualità dell’istruzione e dirigenti scolastici costretti a gestire una continua rotazione del personale.

Dati e statistiche:

  • Oltre 200 mila supplenti previsti per l’anno scolastico 2024-2025.
  • 106.000 supplenti sul sostegno, cifra che riflette la crescente necessità di supporto per gli studenti con disabilità.
  • Più di 50 mila unità di personale Ata in situazione di precariato.

 

Giuseppe D’Aprile, segretario generale di UIL Scuola, ha sottolineato l’urgenza di affrontare il problema: “Ogni anno ci troviamo a dover contare su un numero esorbitante di supplenti. È una situazione inaccettabile che mette a rischio la qualità dell’insegnamento e penalizza il personale docente e Ata, oltre a compromettere il diritto degli studenti a una continuità didattica.

Il problema della continuità didattica

Uno dei principali effetti negativi della massiccia presenza di supplenti è la mancanza di continuità didattica. Quando gli insegnanti cambiano frequentemente, diventa difficile per gli studenti stabilire un rapporto di fiducia e una connessione duratura con i docenti, aspetti fondamentali per il loro percorso educativo. Questo è particolarmente vero per gli studenti che necessitano di sostegno educativo, per i quali la figura dell’insegnante è essenziale non solo per l’apprendimento, ma anche per lo sviluppo sociale e relazionale.

Le sfide per i dirigenti scolastici

La gestione di un corpo docente così variegato e instabile rappresenta una sfida quotidiana per i dirigenti scolastici. Il problema è aggravato da un sistema di assegnazione dei supplenti basato su algoritmi che negli anni passati hanno mostrato notevoli limiti. Le graduatorie, spesso errate, vengono pubblicate e ritirate più volte, causando un “balletto” dei docenti che crea confusione e disagi non solo per il personale scolastico, ma anche per studenti e famiglie.

Il sistema di assegnazione: un algoritmo sotto accusa

Il sistema di assegnazione degli insegnanti e del personale Ata si basa su un algoritmo che, secondo molte critiche, non riesce a garantire precisione e trasparenza. Negli anni precedenti, le graduatorie generate dall’algoritmo sono state spesso piene di errori, costringendo le autorità a ritirarle e ripubblicarle più volte. Questo processo non solo ritarda l’inizio regolare delle lezioni ma aggiunge un ulteriore carico di lavoro per il personale delle segreterie scolastiche, già oberate da numerosi compiti amministrativi.

Giuseppe D’Aprile ha espresso forti critiche nei confronti del sistema attuale: “L’affidamento a un algoritmo che continua a produrre errori è una scelta sbagliata. Serve una riforma seria e approfondita del sistema di assegnazione del personale scolastico, che non lasci al caso la vita professionale degli insegnanti e il futuro degli studenti.

Riferimenti normativi:

  • Decreto Ministeriale n. 60 del 2013 sulla continuità didattica, che sottolinea l’importanza di garantire un insegnamento stabile e coerente per tutti gli studenti.
  • Circolare Ministeriale n. 373 del 2022, che stabilisce i criteri per l’assegnazione dei docenti e del personale Ata.

Le implicazioni per studenti e famiglie

Gli studenti sono i primi a subire le conseguenze della precarietà del personale scolastico. La mancanza di continuità influisce negativamente sulla loro motivazione e sul loro rendimento. Anche le famiglie, preoccupate per la qualità dell’istruzione, vedono con timore l’inizio dell’anno scolastico, consapevoli che i loro figli potrebbero non avere l’assistenza e il supporto necessari.

Verso un futuro incerto?

La situazione del precariato nella scuola italiana è un problema cronico che richiede soluzioni urgenti e a lungo termine. Gli effetti negativi sulla continuità didattica, sulla gestione delle scuole e sul benessere degli studenti sono evidenti. Per affrontare questa sfida, è necessario rivedere il sistema di assegnazione e promuovere politiche di stabilizzazione del personale. Solo in questo modo sarà possibile garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro esigenze.