La manifestazione di protesta del 15 giugno scorso, col doppio incontro che c’è stato (davanti a Montecitorio e al Miur), è stata esemplare. La compattezza, la comunione d’intenti, la determinazione ad andare avanti devono continuare a fare la differenza. La scuola deve procedere unita, e la difesa dei precari, degli immobilizzati e degli ingabbiati, e di tanti altri che sono in attesa di veder riconosciuti i loro legittimi diritti e la loro dignità personale e professionale, dev’essere avvertita come una causa comune.
È stato bello sentire le storie di chi ce l’ha fatta a superare il concorso e ha detto: “Continueremo così, tutti insieme, perché possano farcela tutti”.
È stato bello parlare con molti di voi, e aver aggiunto un tocco di ritrovata realtà alle amicizie virtuali.
È stata una grande festa di piazza.
Un’occasione perduta per i media, colpevolmente assenti. Io ci sarò sempre. Per me non è semplicemente un dovere civico, ma un preciso atto di responsabiità e di consapevolezza dell’importanza della scuola e di chi, quotidianamente, la sorregge e la tiene insieme contro l’indifferenza e il cinismo della politica…