Dalla riforma di giustizia al rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, meno polemiche e più potenziale innovativo per il Relatore per la I Commissione, Stefano Ceccanti. Luci ed ombre per non far cadere nel vuoto il decreto legge sulle misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia.
“Si sono rispecchiate, anche in questo caso, le tendenze classiche dei decreti in periodo di emergenza, a cominciare dal monocameralismo alternato, dichiara l’Onorevole Stefano Ceccanti. Noi, per non far decadere questo testo, che scade l’8 agosto, sostanzialmente, non abbiamo potere di emendamento su di esso; non l’abbiamo avuto in Commissione, non l’avremo in Aula”. L’agenda politica di queste ore è nota a tutti per l’approvazione simultanea di decreti leggi che stanno dando un nuovo assetto organizzativo alla macchina pubblica dalla giustizia alla pubblica amministrazione, dal reclutamento alla digitalizzazione delle forme procedurali ad ampio spettro. Un tour de force che si scontra contro la volontà di voler procedere con maggior accuratezza su tematiche di difficile risoluzione ma che non trova i tempi tecnici per poter incardinare un lavoro certosino, entro l’8 agosto deve essere approvato il testo.
“Questo tema, dell’eccesso di decreti, del monocameralismo alternato, dei decreti matrioska che ne assorbono altri, – cioè di un modo di fare legislazione che, obiettivamente, non è normale – è stato, peraltro, oggetto di una lettera del Presidente della Repubblica, che quasi equivale a un messaggio presidenziale. Ora, è evidente che noi non possiamo affrontare queste ombre facendo decadere il decreto, perché commetteremmo un atto irresponsabile e, tuttavia, l’esigenza di trovare modalità che superino, per il futuro, queste ombre, alla ripresa, si pone in modo assolutamente urgente e penso che anche la riforma dei Regolamenti, che è nella nostra competenza – perché molte altre cose non sono nella nostra competenza, la riforma dei Regolamenti lo è -, possa essere il punto non per polemizzare sugli effetti, come inevitabilmente faremo anche nel dibattito sulla pregiudiziale, ma per andare alle cause e rimuovere queste ombre”.
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