Un duro colpo per i collaboratori dei dirigenti scolastici e tutto il personale della scuola, che si sono visti recapitare da Noipa, il sistema di gestione della retribuzione dei dipendenti pubblici, una richiesta di conguaglio fiscale da pagare in unica soluzione entro il mese di febbraio.
Si tratta di una somma che varia da poche centinaia a migliaia di euro, dovuta alla differenza tra le trattenute operate da Noipa nel corso del 2023 e quelle effettivamente dovute al fisco. Una differenza che, secondo Noipa, non è imputabile a un errore del sistema, ma a una normativa fiscale complessa e mutevole.

La richiesta di Noipa ha scatenato la reazione dell’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici (Ancodis), che ha definito la situazione “inaccettabile e ingiusta”. L’associazione ha chiesto a Noipa di consentire la rateizzazione del debito, come previsto dalla legge per i contribuenti in difficoltà, ma ha ricevuto una risposta negativa.
“La informiamo che non è possibile rateizzare i debiti per conguaglio fiscale. Questi devono essere recuperati in unica soluzione su disposizione dell’agenzia delle entrate”, recita la mail inviata da Noipa ai collaboratori scolastici che hanno presentato la richiesta di rateizzazione.
“Dura lex o cinismo di Stato?” si chiede l’Ancodis, che denuncia la mancanza di sensibilità e di tutela nei confronti di una categoria di lavoratori già precaria e sottopagata. L’associazione ricorda che i collaboratori scolastici, che svolgono funzioni di supporto ai dirigenti, hanno uno stipendio medio di circa 900 euro al mese, e che molti di loro sono in attesa di una stabilizzazione da anni.
L’Ancodis annuncia quindi una battaglia legale e politica per ottenere la rateizzazione del conguaglio fiscale, e chiede il sostegno dei media, dei sindacati e dei partiti. “Occorre fare la battaglia affinchè l’Agenzia delle entrate, su pressione mediatica, politica e sindacale apra a questa possibilità a favore di diverse migliaia di lavoratori e a tutela delle loro famiglie”, scrive l’associazione in un comunicato stampa.
L’Ancodis invita inoltre i collaboratori scolastici a non arrendersi e a far sentire la loro voce, anche attraverso forme di protesta pacifica e creativa. “Dobbiamo destare le coscienze che sembrano intorpidite di fronte a scelte politiche e finanziarie che ci fanno apparire i fessi della Pubblica Amministrazione. Se i tanti Davide unissero le loro forze e le tante voci diventassero un coro assordante, se i nostri disagi facessero rumore come gli attuali trattori sulle strade italiane forse riusciremmo a far cambiare verso a questo paese e alla sua istituzione scolastica”, conclude l’Ancodis.