IL RAPPORTO OCSE FOTOGRAFA IL SISTEMA DI ISTRUZIONE ITALIANO: SEMPRE POCHI GLI INVESTIMENTI
E’ un quadro che richiede decisioni complesse. Serve un piano di investimenti e misure che vanno definite oggi per disegnare la scuola che vogliamo nei prossimi anni. Un grande piano Marshall per l’istruzione: era questo il sogno bello di una pandemia che aveva sottratto porzioni di vita agli italiani.
Uno slancio ideale, perché – commenta Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua – in quel momento critico si era perfettamente percepita l’importanza del sistema scolastico nazionale.
Oggi – a scuole riaperte con areazione naturale, con carenza di organici e un negoziato all’Aran che non decolla – l’OCSE ci ricorda nel suo rapporto annuale i limiti del nostro sistema. Spendiamo poco per l’istruzione, e lo sappiamo – osserva D’Aprile – oltre un punto percentuale in meno (3,8%) del Pil rispetto ai Paesi dell’Ocse (4,9%). Le retribuzioni dei docenti italiani si confermano più basse della media e – se ciò non bastasse – sono le meno dinamiche (27,4% in meno rispetto agli altri lavoratori con un livello di istruzione terziaria).
Se il 61% dei diplomati al liceo è donna (dato che fa strada in Europa, dove si attesta al 55%) resta ancora alto il livello degli abbandoni scolastici (23%) alle superiori. C’è un 12% di ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano. Mentre il 92% di tutti i bambini di 3-5 anni è iscritto a programmi d’istruzione dell’infanzia (anche qui siamo ai primi posti del report Ocse) è difficile fare una media della frequenza sotto i 3 anni (27%) con oscillazioni che vanno dall’1 al 63%.
E’ oggi – spiega D’Aprile – che si decide la scuola di domani. Non si può risparmiare sulla scuola attraverso la quale passa il futuro di questo paese. Che la coperta sia troppo corta il personale della scuola lo sa, da sempre – aggiunge – ma l’Ocse che ogni volta bacchetta il nostro sistema, senza via d’uscita, è un fatto al quale non ci rassegniamo.
È il momento delle risorse per il Sistema Pase?
Si trovino anche per il Sistema Scuola – conclude D’Aprile – iniziando da un rinnovo contrattuale dignitoso che non più essere rinviato. È anche dai contratti del personale che passa la qualità del nostro sistema scolastico.