Dario Ianes, Professore ordinario di pedagogia e didattica speciale all’università di Bolzano, co-fondatore del centro studi Erickson, risponde, in un’intervista alla Voce della Scuola, all’intervento del Prof. Galli della Loggia sulle classi speciali e sull’inclusione scolastica.
“C’è un movimento politico e scientifico che in tutta Europa mette in discussione l’inclusione. Galli della Loggia ne è stato solo il portavoce. Secondo questa frangia, i ragazzi fragili né vengono tutelati perché non è possibile realizzare una vera inclusione. Questa è la loro posizione. Nel 2019, con il libro, Gli Inclusioscettici, abbiamo analizzato un campione di 3000 docenti su questo tema e, secondo i dati, ben il 47% degli insegnanti di sostegno ritiene non sia possibile includere a scuola un portatore di grave disabilità. Un risultato che non può non farci riflettere, ma è altrettanto vero che solo una piccola parte di loro (il 14%) non auspica classi differenziate. Resta un vuoto da colmare quindi.”
Galli della Loggia ha però poi ridimensionato le proprie dichiarazioni, indicando le soluzioni al problema in una maggiore preparazione degli insegnanti e in un tour over più ridotto sulle cattedre di sostegno.
“I docenti di sostegno hanno il vincolo di 5 anni su quel tipo di posto. Ma sono ancora pochi; il nuovo sistema dei 60 crediti per l’abilitazione poteva essere una buona occasione di appianare il gap, ma solo 6 di quei 60 Cfu sono dedicati all’inclusione. Troppo poco”.
Le risorse, umane ed economiche, andranno via via a diminuire, complice la denatalità.
“La denatalità può essere invece un’occasione per dare maggior rilievo alla pratica inclusiva, a patto però di mantenere lo stesso numero di insegnanti, ma ci sono già tagli programmati. Così il declino è dietro l’angolo. ”
Quale proposta avanza, allora per salvaguardare i ragazzi fragili ed impedire che l’inclusione resti solo una bella espressione di alto valore etico?
“Proprio domani 25 gennaio, a Roma, il mio gruppo di lavoro presenterà un disegno di legge sulla cattedra mista, che prevede anche l’utilizzo dei docenti curricolari sulle cattedre di sostegno del proprio istituto per un certo numero di ore settimanali, non prima di essersi formati su questo tipo di competenze. Un progetto a cui contiamo di dare forma nell’arco di qualche anno”.