Un altro caso di violenza a scuola scuote la città di Varese. Un alunno di 14 anni ha aggredito con calci e pugni un’insegnante di matematica, rea di averlo rimproverato per il suo comportamento in classe. La docente è stata soccorsa dal personale sanitario e trasportata in ospedale con una prognosi di 15 giorni.
Si tratta dell’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza che si ripetono con gravità nelle scuole italiane, mettendo a rischio l’incolumità e la dignità del personale scolastico. Un fenomeno che non può essere liquidato con una frase standardizzata, ma che richiede una riflessione profonda e una presa di coscienza collettiva.

A lanciare l’allarme è il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, che in una nota stampa ha sottolineato l’importanza di educare al rispetto, sia dentro che fuori la scuola. “La scuola in questa direzione fa già moltissimo, ma non può farcela da sola. Serve una rete del rispetto che coinvolga le famiglie, le istituzioni, la società civile“, ha dichiarato D’Aprile.
Secondo il segretario della Uil Scuola Rua, le aggressioni da parte degli alunni al personale della scuola sono in aumento perché c’è poco rispetto, scarsa considerazione e valorizzazione sociale per la scuola e per chi vi lavora. “Tutto ciò va recuperato, lo diciamo da tempo, facendo molta attenzione a parlare di scuola con superficialità, trattandola bene anche attraverso una maggiore considerazione del personale che vi lavora“, ha aggiunto D’Aprile.
Non basta richiamare a gran voce l’urgenza di provvedimenti disciplinari, ma bisogna riprendere e consolidare la cultura del rispetto nei confronti del personale scolastico. “Appare sempre più evidente è la necessità di una alleanza che va ricostruita tra scuola e famiglia, luogo cruciale nel quale far partire ogni modello educativo durevole e condiviso“, ha affermato D’Aprile.
Infine, il segretario della Uil Scuola Rua ha sottolineato il ruolo dell’autodeterminazione e della libera scelta come cardini di una società capace di interrompere spirali di incomprensioni e violenza. “Conosciamo bene l’impegno degli insegnanti in questa direzione ma il loro lavoro quotidiano va sostenuto attraverso la collaborazione e l’azione convinta delle famiglie, della collettività, delle istituzioni. In queste azioni la scuola deve essere lasciata libera ma non sola“.