Il dibattito che si è sviluppato nel corso della plenaria con il Sottosegretario Frassinetti, ha riflettuto sulla crisi e sul futuro del Paese in cui appare come grande assente la scuola. Eppure, ogni modello di paese si intenda costruire, non può prescindere da un piano strategico in cui centrale è la scuola e l’insegnante efficace.
La voce che rappresenta gli insegnanti immobilizzati è quella della Prof.ssa Arrabito, che nel corso del suo intervento presenta un documento preparato di concerto con i tanti colleghi.
“I docenti immobilizzati sono tutti quei docenti che hanno una sede di titolarità fuori dalla propria provincia di residenza da almeno cinque anni e che attraverso la partecipazione alla mobilità territoriale o professionale hanno potuto constatare l’impossibilità di rientrare in provincia e molto spesso in regione. Molti docenti sono titolari in scuole del nord a migliaia di chilometri dalle loro famiglie e dalle loro case, questo ha determinato una frammentazione della famiglia e il mancato rispetto dell’integrità e dell’unità della stessa, con conseguente enorme disagio psico-emotivo. Inoltre la loro condizione è aggravata da un elevato svantaggio economico per un ritorno retributivo quasi nullo rispetto ad altre fasce di docenti per le ingenti spese di affitto e viaggi da affrontare mensilmente. La concomitanza di disagio e difficoltà determina spesso, oltre a sfiducia nelle istituzioni e nelle organizzazioni sindacali, entrambe indifferenti alle esigenze di questa fascia di docenti, anche molta demotivazione verso il sistema “istruzione”, non certamente verso la professione che, nonostante il peso di tanta ingiustizia, continuano a svolgere con dedizione. La disparità di trattamento all’interno della categoria è elevata e non più tollerabile, si chiede, quindi, l’avvio urgente di un processo risolutivo di tale situazione di iniquità, processo che si ritiene assolutamente realizzabile , che permetta ai tanti docenti della scuola primaria e della secondaria, che ogni anno partecipano alle operazioni di mobilità interprovinciale prima, e annuale poi, di poter godere del loro diritto alla famiglia, diritto sancito dalla costituzione, ma leso ormai da troppo tempo da una normativa e da contratti che mirano a favorire solo alcune fasce all’interno della categoria. Anche la Commissione Europea di recente si è espressa in merito alle procedure della mobilità interprovinciale riconoscendo che la contrattazione collettiva viola gli art. 465 e 470 del T.U. in materia scolastica penalizzando i docenti immobilizzati poichè si riservano posti alle nuove assunzioni a discapito dei trasferimenti dei docenti già di ruolo.”