Egregi Signori Politici e Giornalisti,
Vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione e la disponibilità.
Di seguito le nostre rimostranze.
Chi scrive, costituisce una cospicua rappresentanza di docenti italiani che ha conseguito il proprio titolo di abilitazione/specializzazione presso le Università Europee. I percorsi accademici seguiti, possiedono tutte le caratteristiche fondamentali per essere dichiarati equivalenti/equipollenti ai percorsi di specializzazione svolti presso le Università Italiane in termini di accesso programmato, di crediti formativi, di numero di esami sostenuti, di tirocinio pratico e discussione di tesi finale.
Noi docenti che abbiamo conseguito in Europa i titoli di cui sopra, ci troviamo intrappolati ormai da anni in una burocrazia lenta e beffarda. LENTA perché, il nostro ordinamento prevede che il Ministero dell’ Istruzione e del Merito debba provvedere entro un termine congruo di 120 giorni al riconoscimento dei titoli. Ebbene, detto termine non viene mai rispettato anzi, il tempo trascorre sistematicamente nel silenzio delle istituzioni facendoci, purtroppo, dedurre che la legge è stata “scavalcata” da una ormai ben salda consuetudine.
BEFFARDA perché, nelle more del procedimento propedeutico al riconoscimento dei titoli, siamo stati costretti ad adire le vie legali, essendoci stato negato anche il diritto di accesso parziale alla professione. Tale situazione impedisce la presenza presso le Istituzioni Scolastiche di personale docente qualificato, ledendo al contempo i diritti dei soggetti fragili e delle loro famiglie.
Ebbene si, cari Signori, ci sentiamo ostaggio delle conseguenze di una scellerata nonché “sui generis” ordinanza Ministeriale, quale e’ la n. 112 del 6 maggio 2022. Nello specifico siamo ostaggio dell’articolo 7 comma 4 lettera “e” che prevede espressamente l’inserimento nella prima fascia con lettera “R” di riserva nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) ma, “l’inserimento con riserva non da’ titolo all’individuazione in qualità di avente titolo alla stipula del contratto”.
La giustizia amministrativa con diverse sentenze, non ultima quella del Consiglio di Stato in sede di Adunanza Plenaria, ha sancito, la validità dei percorsi europei e il nostro diritto ad essere riconosciuti quali docenti specializzati/abilitati.Ad oggi però, pur rilevando dei passi in avanti da parte del Ministero che ha emanato l’ ordine di servizio n. 1/2023, nessuna parola è stata spesa in merito alla modifica o congelamento dell’ ordinanza ministeriale 112/2022, la quale attualmente è il vero motivo che di fatto impedisce a noi docenti specializzati/abilitati in Europa di lavorare.
Alla luce di quanto sopra, rivolgiamo agli interlocutori politici la richiesta di una soluzione che possa garantire a tutti gli attori coinvolti in questa vicenda, a tratti incresciosa, un percorso inclusivo e di qualità all’interno del sistema scolastico, in primis intervenendo appunto, con la modifica o congelamento dell’ ordinanza ministeriale 112/2022, consentendo agli abilitati e specializzati di insegnare già da settembre 2023”.
Siamo fermamente intenzionati ad ottenere oggi risposte concrete in merito ad una vicenda divenuta ormai intollerabile a tratti ignobile per chi la subisce discenti, famiglie, docenti e istituti scolastici.
Ci attendiamo però risposte che vadano ben oltre i soliti proclami!
Restiamo disponibili ad un dialogo costruttivo ed efficace, ma di fronte all’ ennesima denegata giustizia, non esiteremo ad utilizzare ogni mezzo lecito per riscattare la nostra posizione professionale al servizio della Scuola.
Con poche parole contenute nella già citata ordinanza ci avete reso dei fantasmi!
Ma noi non siamo dei fantasmi, siamo cittadini italiani ed europei, professionisti competenti e titolati, non docenti di serie b.
I docenti con titolo di abilitazione/specializzazione Europeo
Posted inCultura e Società
Sono una docente con 40 anni di servizio, anche con 14 anni nei diversi gradi e ordini di scuola su posto di sostegno. Mi hanno mandata con l’Erasmus ad osservare il funzionamento delle scuole in Finlandia, tra l’altro bellissima esperienza, e sono pienamente convinta che non abbiamo l’esclusiva del sapere. Tutte le formazioni sono valide e ben vengano gli specializzati esteri! Da sempre quelli con la R hanno sempre avuto la possibilità di lavorare, non capisco perché ora non sia possibile. A scuola abbiamo bisogno di persone che hanno voglia di lavorare! Di persone formate in Italia a spasso con gli alunni e con poca voglia di lavorare ne ho viste tante!