Droga dello stupro, la psichiatra Lucattini: “E’ una patologia sociale”

Droga dello stupro, la psichiatra Lucattini: “E’ una patologia sociale”

“L’utilizzo diffuso della droga dello stupro, detta anche Ghb, è una patologia sociale perché risponde alle nuove esigenze di oggi: avere prestazioni più elevate, gestire alti livelli di competizione e poter compiere le azioni a comando: ‘ora lavoro, ora faccio sport, alle 16 faccio sesso, alle 19 ceno, alle 21 devo dormire’. È il male di una società che impone dei ritmi”. Così la psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) Adelia Lucattini, spiega il successo e l’imponente diffusione di questa nuova sostanza che sta spopolando anche fra i giovani. “Perché costa poco – spiega Lucattini – e quindi i ragazzi ne hanno facile accesso. In più è semplice da trasportare perché è liquida, insapore e inodore – sottolinea la psichiatra – la mattina dopo però si hanno nausea, vertigini e crisi nervose gravi, perché a basso dosaggio è come la cocaina: dà euforia, mentre ad alto dosaggio è un anestetico”. Lucattini fa notare che “le persone sotto stress spesso assumono droghe per sopportare la fatica e in più la Ghb dà una sensazione di benessere, rilassatezza, aumenta il desiderio sessuale, mantiene l’erezione e rende più socievoli e disponibili perché eccitante”.

In Italia come farmaco è autorizzato per il trattamento della sindrome da astinenza alcolica (SAA) e nel mantenimento dell’astinenza a medio/lungo termine nei soggetti alcol-dipendenti. C’è comunque un grande mercato nero di queste sostanze”. Ugualmente l’Adderal, un’anfetamina autorizzata nel nostro Paese solo per la narcolessia e l’Adhd ossia la sindrome neurologica da iperattività “è invece ammessa negli Stati Uniti come antidepressivo, perché nelle grandi aziende e università americane c’è un livello di competizione così alto da avere bisogno di stupefacenti per gestire lo stress e la fatica – chiarisce l’esperta -. Però ci sono stati molti suicidi, per esempio fra i professori ordinari all’Università di Harvard e in passsato tra alcuni piloti dell’aeronautica militare Usa negli Anni ’70, su cui la sostanza è stata sperimentata”. In ogni caso, conclude Lucattini, “si può morire anche esagerando nelle dosi: in Italia, ad esempio, è proibito utilizzare anestetici nella terapia dell’insonnia: Michael Jackson è morto così”.

Video della Dott.ssa Adelia Lucattini

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