“E’ auspicabile che il Presidente della Giunta regionale veneta non cambi ancora idea, sia perché è bene che le scuole riaprano presto, oltre che in sicurezza, sia perché il balletto delle date non agevola l’organizzazione e restituisce l’immagine di una scuola pubblica in balia delle richieste provenienti da settori diversi della società, non certamente legati all’istruzione dei nostri giovani”.
“Ed è proprio questo balletto delle date che ci dà la cifra chiara di cosa potrebbe diventare la scuola pubblica qualora dovesse essere regionalizzata: una scuola alla mercè di interessi e necessità ben lontane dalle esigenze di formazione che invece dovrebbero essere e sono la ragione stessa del suo esistere”.
“Allora bene l’inizio delle lezioni dal 13 settembre. Non dimentichiamo che i docenti ed il personale scolastico tutto (al netto dei luoghi comuni che dipingono gli insegnanti in vacanza per tre mesi l’anno) saranno in servizio già dalla fine di agosto. I docenti titolari, poiché per le oltre centomila cattedre vacanti bisognerà anche quest’anno aspettare che vengano chiamati i docenti precari, a settembre, forse…”. Cos’ in una nota Luca Fantò, Referente nazionale PSI scuola.università e ricerca