Per il ministro dell’Istruzione, è un argomento inutile, «se poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato, che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente»
I dinosauri si studiano in terza elementare. Ma, per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, non è poi un argomento così utile. «Si va a narrare e a spiegare tutte le specie di dinosauri. Addirittura c’era un animale vissuto 40 milioni di anni fa e questi bambini devono studiare e imparare questo animale vissuto in Messico ed estinto da milioni di anni, non mi ricordo come si chiamasse, un felino. Tutto questo, ma a che serve?».
Come ha spiegato nel suo intervento alla ventiduesima edizione della rassegna Futuro Direzione Nord all’Auditorium di Assolombarda a Milano, secondo lui «è tutto inutile, se poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato, che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente». Il sistema scolastico italiano, a suo parere, prevede «l’insegnamento di troppa roba. Bisogna pensare a programmi nuovi in linea con la società moderna. Semplificare un poco, non nel nome del semplicismo, ma per far prevalere la qualità sulla quantità». Che cosa ne pensate?
Il ministro Giuseppe Valditara contesta anche l’uso del cellulare nella didattica, che a suo parere «ha effetti molto negativi sul bambino, sulla sua concentrazione, creatività: ci sono tanti studi su questo. Il web è un grande oceano dove alla fine ci si perde, certamente bisogna ritornare all’importanza del libro, della scrittura, poi dopo c’è il tablet, è importante. Il tablet c’è in tutte le scuole primarie, ma non il cellulare. Il cellulare crea danni».
E pensa a una scuola che non solo dia «una formazione culturale per essere cittadini indipendenti», ma assicuri anche «una prospettiva di inserimento lavorativo, altrimenti il rischio è che uno arrivi poi a disperdersi. Per questo insisto sul lavoro e sull’importanza del collegamento con il mondo del lavoro e dell’impresa e perché ho voluto tanto fortemente il 4+2, che consente a chi si diploma agli istituti professionali in quattro anni di iscriversi direttamente agli Its».