Il mondo della scuola è in subbuglio. Secondo Roberta Vannini, rappresentante della Uil Scuola Rua, l’atteso aggiornamento delle Graduatorie Provinciali di Supplenza (GPS) previsto per il 2024 potrebbe essere posticipato al 2025.
Durante un Question Time di Orizzonte Scuola, un utente ha chiesto a Roberta Vannini “se fosse vero che le attuali GPS potrebbero essere prorogate per un altro anno”.
La risposta di Vannini è stata chiara: “Ritengo che sia una prospettiva più che plausibile visti i tempi, visto il regolamento e viste queste nuove modalità di abilitazione, vista soprattutto la difficoltà che ci troviamo ad affrontare, quindi ritengo che sia una possibilità molto concreta”.
La notizia ha scatenato l’ira dei docenti precari, che vedono slittare ulteriormente la possibilità di aggiornare il proprio punteggio o cambiare provincia.
Se l’aggiornamento delle GPS dovesse effettivamente slittare al 2025, i docenti che hanno conseguito un titolo di specializzazione come il TFA sostegno e che speravano di inserirsi in prima fascia “a pettine“, dovrebbero pazientare fino al 2025.
Questa prospettiva ha generato grande scontento tra i docenti, che vedono così allontanarsi la possibilità di migliorare la propria posizione lavorativa.
La notizia, se confermata ufficialmente nelle prossime settimane, è destinata a scatenare molte polemiche. I docenti precari sono già in allarme, preoccupati per le possibili conseguenze di un posticipo dell’aggiornamento delle GPS.
Tra le preoccupazioni maggiori, vi è quella relativa alle sanzioni per l’abbandono di servizio da GPS e il problema degli elenchi aggiuntivi.
Per capire esattamente cosa potrà accadere alle GPS è necessario aspettare il prossimo 8 novembre, data in cui è stato fissato un incontro tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali.
In questa occasione verrà affrontata questa e altre tematiche connesse alle GPS stesse. Quel giorno se ne saprà certamente di più.In attesa di ulteriori sviluppi, i docenti precari si trovano a dover affrontare un’incertezza che aggiunge ulteriore stress a una situazione lavorativa già precaria. La speranza è che l’incontro dell’8 novembre possa portare a una soluzione condivisa e soddisfacente per tutti.