Recuperare il tono emotivo, riequilibrare il proprio ruolo, far convergere il parallelo ruolo. Il mondo dell’educazione ha bisogno di costante revisione perché la strada verso la valorizzazione del talento individuale e la realizzazione di persone che sanno stare al mondo possa essere percorsa senza sbandare o andare fuori strada. Fondamentale in tutto questo capire che Genitori e Insegnanti non possono essere in disaccordo, proprio come non possono esserlo gli educatori dentro la famiglia e i formatori dentro la scuola. Per fare fare questo è necessario spendere più attenzioni e risorse per la formazione e l’informazione dei genitori. Infatti gli Insegnanti hanno un loro percorso di formazione e, con l’aggiornamento, un riconosciuto bisogno di essere sempre sul pezzo. È vero e forse eccessivo che ci si concentra sulle tecniche didattiche, soprattutto se, alla base, non si prende in considerazione uno degli aspetti fondamentali di qualsiasi processo di relazione, la comunicazione.
Anche in questo senso distinguendo due fasi, la comunicazione emotiva dalla comunicazione tecnica. È soprattutto la prima che manca. Il genitore si ritrova spesso a delegare il proprio ruolo e la propria responsabilità sul minore a persone che non conosce, con cui non si crea in modo preventivo una connessione. La comunicazione, se non conta sul feeling, diventa spesso distorta e invece di creare sinergia crea un contrasto che si ripercuote negativamente in tutto il processo di formazione. Riavvicinare i genitori alla scuola non deve essere solo un processo formale e fisico ma soprattutto un coinvolgimento emotivo. La scuola deve imparare a dimostrare che è realmente interessata al bene della società e non preoccupata esclusivamente di assolvere al proprio compito, a un interesse personale e istituzionale. Considerare e valorizzare i due binari educativi rafforzerebbe l’azione sincronizzata dei due istituti. Prendere in considerazione la difficoltà delle famiglie a orientarsi in un mondo che propone una miriade di modelli comportamentali, diventa il primo passo per risolvere difficoltà sociali profonde. Da lì ripartire. Allontanare i genitori dalla scuola, invece, è un modo per nascondere il problema sotto il tappeto. Il contrasto non verrebbe risolto, anzi, la dimostrata diffidenza, lo accentuerebbe. Valorizzare le persone e le diversità deve essere il nuovo orientamento. In un clima di complementarietà che dalle differenze ne trarrebbe un arricchimento e non un continuo cozzare, come dentro un autoscontro.