Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione dell’incidente del volo aereo in partenza da Roma Fiumicino e diretto a Palermo Dc 8 Alitalia I-DIWB, AZ 112, avvenuto il 5 maggio 1972, ritiene fondamentale sensibilizzare le comunità educative sul tema della ricerca della verità come viatico necessario per l’affermazione della giustizia e della dignità umana. Quasi cinquant’anni fa nei cieli sereni di una Sicilia prossima alle elezioni politiche s’infiammò e abbatté al suolo senza alcuna spiegazione logica un grosso velivolo con 108 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio. La strada più facile fu quella di attribuire la colpa dell’accaduto a un errore umano; ovviamente i piloti in questione non poterono smentire una simile versione. Intanto alcuni particolari inquietanti contornavano la vicenda: la scatola nera che avrebbe dovuto registrare i fatti prima dell’incidente era compromessa da ben cinque giorni e nessuno aveva provveduto a intervenire, come solitamente accade in casi analoghi; inoltre sull’aereo erano presenti molte figure chiave per il contrasto dell’illegalità nel nostro Paese: il sostituto procuratore generale di Palermo, Ignazio Alcamo (che aveva disposto il soggiorno obbligato per Francesco Vassallo, costruttore legato al Sacco di Palermo, e Antonietta Bagarella, poi moglie di Salvatore Riina); la segretaria di redazione de L’Ora e Paese Sera, Angela Fais (amica di Giovanni Spampinato); il comandante della Guardia di finanza di Palermo, Antonio Fontanelli; il regista Franco Indovina (che all’epoca raccoglieva elementi per un film su Enrico Mattei, con la stessa Fais tra le fonti); l’ex medico di Salvatore Giuliano, Letterio Maggiore (attore esterno del processo sulla Strage di Portella della Ginestra); il giornalista e attivista del Partito Comunista Italiano, Alberto Scandone. Resta da chiedersi se la morte di tante illustri personalità sia la composizione di un mosaico in cui la mafia, i neofascisti e ambienti deviati dello Stato non avessero tramato congiuntamente o meno. Molti dubbi persistono ancora e soprattutto i congiunti delle vittime desidererebbero conoscere i fatti per come si svolsero; infatti qualcuno tra loro, Maria Eleonora Fais, sorella di Angela Fais, cercò altre risposte rispetto “all’errore materiale”, respinto sdegnosamente dai piloti dell’aeroporto palermitano in quanto inammissibile per tre colleghi considerati molto abili come quelli deceduti nell’incidente. (Il mistero del volo AZ112, http://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/Misteri/ContentSet-5ae5d8b8-d116-45f7-afec-e41f60b1cbce.html)
Da qui, dopo affannose ricerche, emerse il rapporto del 1977, a cui mai venne dato seguito, del vicequestore Giuseppe Peri, per sedici anni dirigente della Squadra di Polizia Giudiziaria di Trapani, (Un uomo comune – il vicequestore Giuseppe Peri, Trapani 1976-82, http://www.cadutipolizia.it/articoli2013/unuomocomune.htm) secondo cui si sarebbe trattato di un attentato atto a destabilizzare il clima sociale nazionale e siciliano e il piano avrebbe previsto una detonazione alla fine dell’atterraggio, ma qualcosa evidentemente andò diversamente (Il rapporto Peri, https://montagna-longa.noblogs.org/post/2006/12/23/mafia-e-fascisti-il-rapporto-peri-da-i-siciliani-giugno-1985/)
Il fratello di un carabiniere scomparso nel Dc8, invece, arrivò a formulare ipotesi relative a esercitazioni militari NATO nel cielo che avrebbero condotto all’abbattimento del mezzo (Chiesta la riapertura dell’indagine (Montagna Longa, la Procura di Catania dice no alla riapertura delle indagini, https://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/05/news/montagna_longa_la_procura_di_catania_dice_no_alla_riapertura_delle_indagini-85306787/).
Mentre orfani e vedove attendono ancora legittimamente risposte e giustizia è doveroso soffermarsi sulla tragica valenza di un simile drammatico episodio e sostenere con forza il valore della legalità.
La legalità non va difesa solamente come concetto ideale, come principio; va tutelata perché in sua assenza rischiamo non solo di venire asserviti a poteri deviati, ma si rischia anche la vita.
Sullo scenario appare ancora una volta l’ombra dell’omertà e anche chi ha parlato non è stato ascoltato.
La scuola forma i futuri cittadini e in quanto comunità educativa ha il compito di sviluppare percorsi di approfondimento e riflessione storica sui fatti anche recenti che sono stati al centro della cronaca per poi venire palesemente archiviati.
Il CNDUD propone di ragionare sul periodo storico in questione, caratterizzato da forti contrasti e spaventose zone d’ ombra, realizzando una targa commemorativa arricchita con frasi, disegni e foto per ricordare le vittime del disastro. Gli elaborati potranno essere inviati con la debita autorizzazione all’email: coordinamentodirittiumani@gmail.com. I migliori saranno pubblicati sui nostri canali social.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU