Il mito del merito che produce il suo opposto

Il mito del merito che produce il suo opposto

Riceviamo e pubblichiamo

La recente bozza delle future GPS del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha suscitato preoccupazioni tra gli insegnanti. La decisione di non tenere in considerazione il parere del Cspi (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) e di confermare la scelta iniziale ha portato a dubbi sulla vera natura della meritocrazia che il Ministero vuole promuovere.

 

La bozza, resa nota il 7 maggio 2024, introduce un sistema di inserimento a pettine degli abilitati/specializzati all’estero in attesa di riconoscimento, permettendo a docenti iscritti in GPS con riserva di ottenere supplenze allo stesso modo di quelli che hanno già ottenuto il riconoscimento legale. Questo sistema sembra violare il principio di uguaglianza e meritocrazia, poiché non tiene in considerazione il merito effettivo dei docenti.

Inoltre, la bozza introduce un’ulteriore anomalia: permette a chi intende iscriversi ad un percorso abilitante entro il 30 giugno di inserirsi anticipatamente con riserva in prima fascia, potendo concorrere per l’attribuzione di una supplenza senza aver conseguito il titolo. Questo sistema sembra più basato sulla buona volontà che sul merito reale.

La meritocrazia, come la intende il Ministero, sembra essere un incubo di disuguaglianza e ingiustizia. La storia dei docenti IDONEI 2020, che hanno superato una procedura altamente selettiva e sono in attesa di avere riconosciuto il loro merito, è un esempio di come la meritocrazia possa essere distorta. Questi insegnanti, più di 30.000, sono stati inseriti in una graduatoria di meritocrazia, ma il loro merito è stato volutamente insabbiato e soppiantato dalle nuove procedure concorsuali.

La meritocrazia, in questo caso, sembra essere un concetto vuoto, che non tiene conto del reale merito dei docenti.

In conclusione, la bozza delle future GPS del Ministero dell’Istruzione e del Merito sembra essere un esempio di come la meritocrazia possa essere distorta e utilizzata per perpetuare disuguaglianza e ingiustizia. È necessario che il Ministero rivista questa bozza e che si assicuri che la meritocrazia sia applicata in modo equo e giusto, premiare il reale merito dei docenti e non solo la buona volontà.

Nicoletta Salvato – Docente

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