Il rinnovo del contratto si avvicina, probabile solo risoluzione economica

Il rinnovo del contratto si avvicina, probabile solo risoluzione economica

Nuovo incontro sul rinnovo del contratto della Scuola, Università e Ricerca, scaduto dalla fine del 2018: a pochissimi giorni dalla prima convocazione, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha chiamato a raccolta le organizzazioni sindacali rappresentative per svolgere un confronto sulle possibili integrazioni sulla parte economica relativamente al rinnovo del Contratto collettivo nazionale e sulle novità che si prospettano anche rispetto alla Legge di Bilancio. È probabile che il ministro proponga di sottoscrivere subito il Ccnl 2019-2021, come chiede Anief da tempo, per poi rimandare al prossimo anno le economie per il successivo rinnovo contrattuale.

“Questa convocazione urgente – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – fa sperare che si sta andando verso la firma del contratto scaduto da troppo tempo, quattro anni, per essere ancora rimandato. Noi vogliamo iniziare il 2023 con oltre 3mila euro netti di arretrati e circa 110 euro medi di aumenti nelle tasche dei lavoratori della scuola: lo sappiamo, sono cifre non entusiasmanti, però si tratta di somme già stanziate che devono andare a chi le ha meritate negli ultimi 48 mesi, lavorando in modo indefesso anche quando molte categorie professionali si sono fermate per la pandemia da Covid”.

“Confidiamo – continua il sindacalista autonomo – in possibili ulteriori integrazioni sulla parte economica, come abbiamo sempre sollecitato: certo, vogliamo dare per scontato che i circa 300 milioni di euro del Miglioramento dell’offerta formativa siano già destinati al rinnovo contrattuale. Ma siamo anche realisti, ancora di più perché stiamo parlando dell’unico contratto pubblico ancora senza accordo: andiamo allora a firmare entro l’anno quell’accordo ‘ponte’ che chiediamo da prima dell’estate. Rifiutarsi, in una condizione economica e di inflazione difficile come quella che stiamo vivendo non farebbe il bene dei dipendenti della scuola, che hanno invece estremo bisogno di quei soldi. Dei loro soldi”, specifica Pacifico.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.