Istituti Tecnici Agrari e la nuova cultura dell’ecologia integrata

Istituti Tecnici Agrari e la nuova cultura dell’ecologia integrata

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato di voler provvedere ad una profonda riorganizzazione dell’istruzione e della formazione tecnologica. In Agricoltura questo annuncio può significare quel ritorno al futuro nel quale imprese e professioni intellettuali si arricchiscono di soggetti che ne promuovono il ricambio generazionale e l’innalzamento delle competenze atte ad accompagnare uno sviluppo sostenibile. Necessaria, quindi, una riforma che garantisca uno stretto raccordo fra istituti di ricerca e scuole tecniche agrarie che valorizzi il patrimonio agricolo nazionale e impegni gli studenti in progetti di sperimentazione che metta in connessione la scuola alla particolarità delle agricolture e dei territori. Un percorso di studi che permette di acquisire competenze utili per gestire le nuove emergenze.

Papa Francesco all’incontro mondiale dei bambini che si è tenuto in Vaticano ha ribadito come siamo vicini a un punto di rottura, il mondo si sta sgretolando. Il Santo Padre non perde occasione per esternare le sue accorate preoccupazioni per la cura della nostra casa comune, la Terra, cosciente che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie.

Il Papa ha di nuovo richiamato i potenti della Terra alle loro responsabilità e alle loro irresponsabilità.

L’agricoltura è l’ultimo baluardo per la difesa del territorio, lo dimostrano i recenti disastri in Toscana dove negli ultimi 20 anni si è perso circa il 30% della superficie agricola, in particolare quella di collina e montagna, abbandonando così le sistemazioni superficiali e la regimazione idrica.

I cambiamenti climatici e le relative conseguenze ambientali hanno reso il tema della difesa del suolo una priorità. Un ruolo cruciale e strategico lo assume proprio l’attività dell’uomo che si esplica attraverso la cura dei boschi e l’agricoltura.

Mantenere il territorio costa, ma gli interventi post-disastri costano di più, per cui serve una programmazione e collaborazione con il mondo agricolo riconoscendo al settore il ruolo fondamentale di difesa del territorio.

L’abbandono delle sistemazioni idraulico agrarie che hanno costituto quel paesaggio che ci viene riconosciuto come il Bel Paese devasta il territorio anche a causa di eventi estremi. E quindi necessario ripristinare in chiave moderna, i terrazzamenti e sistemazioni, ricordando che non basta più il regime degli incentivi agli agricoltori ma una nuova politica basata sul riconoscimento quale attività funzionale per l’intera società e cittadini puntando alla riqualificazione professionale e ad eliminare il gap reddito per gli agricoltori.

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