La condizione giovanile. Il commento di W. Veltroni presenta una prospettiva interessante. Partire da chi è prossimo ai ragazzi
La condizione giovanile. La corretta prospettiva
La condizione giovanile. Giornali, talk show e siti ospitano spesso pareri di esperti sui nostri ragazzi. Quasi tutti gli interventi sono intermediati. In altri termini, risultano teorici o estemporanei, denotando una inesperienza da mancanza di prossimità. In altri termini, il contenuto risulta spesso rivolto a fare colpo, illudendosi che qualche titolo accademico o la tuttologia possano garantire autorevolezza al contenuto.
Raramente i mass-media ospitano gli insegnanti che ogni giorno interagiscono con il mondo liquido dei nostri ragazzi. Ogni giorno i docenti sono affacciati alla finestra che permette loro di cogliere i piccoli movimenti, i sussurri, i bisbigli dei nostri ragazzi. Solo loro (ovviamente con le dovute eccezioni) li guardano negli occhi, cogliendo i loro sogni, i loro desideri… diversi in molti casi dai protagonisri della fortunata serie Mare fuori.
Questa mattina Il Corriere della Sera ha ospitato una riflessione di W. Veltroni. Interessante l’apertura “Qualcuno ascolta i professori delle scuole italiane? Oltre a picchiarli se hanno messo un brutto voto o a insultarli sulle chat, qualcuno chiede agli insegnanti di aiutarci a capire cosa sta accadendo nei comportamenti, nell’umore, nella visione del mondo degli adolescenti italiani? Qualcuno pone loro questa semplice domanda: «Come sono, come stanno i giovani che sono seduti sui banchi delle vostre classi?».