La storia di Michele Arcangelo Tripodi: Ricordando una vittima innocente della mafia

La storia di Michele Arcangelo Tripodi: Ricordando una vittima innocente della mafia

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 18 marzo, giorno in cui nel 1990 fu rapito a Gioia Tauro il dodicenne Michele Arcangelo Tripodi, ha deciso di commemorare questa tragica vicenda attraverso l’elaborato di Ilaria Perri, studentessa del liceo scientifico Filolao di Crotone.

 

La storia di Michele Arcangelo Tripodi è un dolore che continua a bruciare nel cuore di chiunque ascolti il suo tragico destino. Rapito all’età di dodici anni, Michele cadde vittima di una trappola ordita dalla mafia locale. La telefonata alla madre, Maria Montagna Gangemini, fu il primo segnale di un incubo che si trasformò in realtà.

Il padre di Michele, Rocco Tripodi, un commerciante di agrumi, si era attirato le ire della mafia locale per qualche presunto affronto. Michele, innocente e ignaro, pagò il prezzo più alto. Dopo una lunga e tormentata ricerca, il suo corpo fu ritrovato sette anni dopo, il 14 luglio 1997, nelle campagne di Rosarno. Le confessioni dei collaboratori di giustizia svelarono la triste verità, ma la scoperta del corpo portò con sé nuove domande e sospetti.

La mafia dimostrò una crudeltà senza limiti, ignorando l’innocenza di un bambino desideroso solo di una vita felice. Michele divenne un altro simbolo delle atrocità commesse dalla criminalità organizzata, un’altra vittima innocente di un sistema corrotto e spietato.

La storia di Michele, come tante altre, rappresenta un capitolo oscuro nella storia dell’umanità. È un monito che ci ricorda l’importanza di combattere la criminalità organizzata e di promuovere valori di giustizia, legalità ed educazione civica nelle nostre scuole.

Il CNDDU invita gli studenti e i docenti a aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità, affinché queste storie non vengano dimenticate e possano servire da lezione per le generazioni future. L’elaborato di Ilaria Perri è solo uno dei tanti modi per onorare la memoria di Michele Arcangelo Tripodi e di tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata.

La giustizia può arrivare tardivamente, ma è importante non dimenticare mai.

 

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