Il 2 giugno ricorre l’anniversario della nascita della Repubblica Italiana. Gli italiani e, per la prima volta, le italiane furono convocati alle urne per scegliere la nuova forma dello Stato attraverso il Referendum che determinò il passaggio da Monarchia a Repubblica, e all’elezione dei membri dell’Assemblea Costituente, a cui spetterà il compito di redigere la nuova Carta Costituzionale.
Indice
Le tappe
Il referendum è il punto di arrivo di un processo di transizione che partiva dalla caduta del fascismo: nel settembre del ‘43 si costituisce a Roma il Comitato di Liberazione Nazionale, con lo scopo di opporsi al fascismo e all’occupazione nazista. Il 16 ottobre dello stesso anno fu votata una mozione riassumibile in tre obiettivi principali: assumere tutti i poteri costituzionali dello Stato evitando ogni atteggiamento che possa compromettere la concordia della nazione e pregiudicare la futura decisione popolare; condurre la guerra di liberazione a fianco degli alleati angloamericani; convocare il popolo al cessare delle ostilità per decidere sulla forma istituzionale dello Stato. Nel 1944, pochi giorni dopo la liberazione di Roma, il governo guidato da Bonomi, stabiliva che sarebbe stata eletta a suffragio universale un’Assemblea Costituente per scegliere la nuova forma dello stato. Successivamente, il 16 marzo 1946, il governo De Gasperi dopo aver sancito il suffragio universale e riconosciuto il voto alle donne, limitò i poteri dell’Assemblea Costituente alla stesura della nuova Carta Costituzionale e affidò ad un referendum popolare la nuova forma istituzionale dello stato.
Il Voto
Il 2 e 3 giugno 1946, gli aventi diritto al voto furono circa 28 milioni di cui circa 25 milioni furono i votanti (pari all’89,08%). Di questi, il 54,23% si espresse a favore della Repubblica ed il 45,73% a favore della Monarchia. Vale ricordare il ruolo e il peso delle donne, che fu determinante. Dei 25 milioni di votanti, circa 13 milioni furono le donne e circa 12 furono gli uomini. I membri eletti all’assemblea costituente furono 556, di cui 21 furono le “Madri Costituenti”.
Il passaggio
Subito dopo la proclamazione dei risultati del referendum l’ormai ex monarca Umberto II lascia l’Italia per raggiungere, in esilio, la famiglia in Portogallo. Il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica avviene in un clima di tensione, tra polemiche sulla regolarità del Referendum, accuse di brogli, ricorsi e reclami. A seguito dei risultati e delle valutazioni dei ricorsi, il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò in modo ufficiale la nascita della Repubblica Italiana. Il 25 giugno iniziano i lavori dell’Assemblea Costituente, che il 28 giugno elesse Enrico De Nicola quale Primo Capo provvisorio dello Stato.
Il 1 gennaio del 1948 entrava in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana.
Simbologia
Il Tricolore
La bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso”. Dopo la nascita della Repubblica, l’assemblea Costituente inserisce nell’articolo 12 della Costituzione la foggia della bandiera repubblicana.
L’emblema. Appena nata la Repubblica Italiana si decise di bandire un concorso nazionale aperto a tutti, per realizzare il nuovo emblema della Patria, che doveva rappresentare il simbolo di un impegno corale. Le indicazioni erano chiare: nessun simbolo di partito, l’inserimento della Stella d’Italia, e “ispirazione dal senso della terra e dei comuni”.
Ai primi cinque classificati sarebbe andato un premio di 10.000 lire (circa mezzo milione di oggi).
La Stella d’Italia è una stella bianca a cinque punte che per molti secoli ha rappresentato la terra italiana, esprime il più antico simbolo legato alla patria, il suo significato risale all’antica Grecia. Nell’emblema, la Stella è sovrapposta a una ruota dentata d’acciaio a simboleggiare il lavoro, base della Repubblica come cita il 1°articolo della Costituzione. L’insieme dei due simboli è racchiuso in un ramo di quercia, a destra, a rappresentare la forza e la dignità del popolo italiano e da un ramo di ulivo, a sinistra, a rappresentare la volontà di pace, sia interna che nei confronti di altre nazioni, come recita l’art. 11 della Costituzione.
È importante ricordare un altro fondamentale passaggio storico. Il primo articolo approvato nella Carta Costituzionale dalla prima Sottocommissione della Commissione per la Costituzione, l’11 settembre 1946, fu quello che in via definitiva divenne l’articolo 3:
«Gli uomini, a prescindere dalla diversità di attitudini, di sesso, di razza, di nazionalità, di classe, di opinione politica e di religione, sono uguali di fronte alla legge e hanno diritto a uguale trattamento sociale.
È compito perciò della società e dello Stato eliminare gli ostacoli di ordine economico-sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza degli individui, impediscono il raggiungimento della piena dignità della persona umana e il completo sviluppo fisico, economico, culturale e spirituale di essa».
Nel testo definitivo, infine, fu aggiunta la formula “pari dignità sociale”.