Lanciata petizione recentemente, per sollevare una questione urgente e critica riguardo alla proroga dei contratti PNRR per Assistenti Amministrativi e Tecnici. La richiesta di parità di trattamento e l’abolizione di discriminazioni non previste dalla legge diventano una voce corale per oltre 3000 professionisti rischiano di rimanere a casa dal 1 gennaio.
Fernando Di Fina, in un appello accorato, solleva una questione cruciale che riguarda direttamente la stabilità lavorativa di oltre 3000 Assistenti Amministrativi e Tecnici. La legge 191 del 15 dicembre sembrava fornire una solida base per la proroga dei contratti senza discriminazioni, ma la nota MIM del 28 dicembre ha gettato ombre di incertezza, facendo riferimento a criteri come M4C1 1.4, M4C1 2.1 e M4C1 3.1 che potrebbero essere interpretati come discriminanti.
La petizione sottolinea la necessità di parità di trattamento tra i vari ruoli e l’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione non prevista dalla legge del 15 dicembre.
La Petizione mette in discussione la reale attuazione della proroga, sottolineando che al 1 gennaio, se non si troverà una soluzione, migliaia di professionisti saranno costretti a rimanere a casa.
Un punto focale della petizione è anche l’interrogativo sui fondi europei destinati ai progetti PNRR. Di Fina pone una domanda diretta: “Che fine faranno i fondi se non verranno utilizzati per mantenere in servizio gli assistenti tecnici e amministrativi?”. Questo richiamo mette in evidenza non solo la questione dell’occupazione, ma anche l’efficienza nell’utilizzo delle risorse europee destinate a sostenere progetti cruciali per lo sviluppo.
La petizione diventa così un grido di allarme, chiedendo non solo una proroga effettiva dei contratti, ma anche un’analisi critica dei criteri che sembrano minare la parità di trattamento. Con il nuovo anno alle porte, la speranza è che le istituzioni ascoltino questa richiesta e agiscano tempestivamente per garantire la continuità del lavoro per gli assistenti amministrativi e tecnici, evitando che i fondi europei destinati vadano sprecati in un momento così delicato.
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