Lavoratori “in nero” nella Scuola italiana: Una realtà inaccettabile

Lavoratori “in nero” nella Scuola italiana: Una realtà inaccettabile

Una vicenda sconcertante emerge nel mondo della scuola, rivelando una realtà intricata e inaccettabile per migliaia di lavoratori coinvolti nei progetti PNRR. Si tratta di collaboratori scolastici e amministrativi, in gran parte già vittime di licenziamenti durante le festività di Capodanno.

 

Il Doppio Colpo per oltre 3.000 Lavoratori:

Per più di 3.000 persone, la disoccupazione è stata l’unico scenario possibile dopo i licenziamenti, con la speranza di riottenere un posto di lavoro attraverso i rinnovi contrattuali al 15 aprile. Per altri, la via è stata quella delle supplenze temporanee, che secondo un report della uil scuola costitutrice oltre il 20% di contratti nazionali.

Contratti PNRR e Agenda Sud “Il Lato Oscuro

Il cuore del problema sta nei contratti PNRR ed Agenda Sud, vincolati alla prima persona a cui sono stati assegnati in prima battuta. Un cambio di guardia su quel ruolo, nel caso di una seconda assegnazione, impedisce il riconoscimento del contratto e il pagamento dell’indennità lavorativa. Questo scenario si è verificato in molte regioni del sud e, come per esempio in Campania, dove le nomine di terza fascia sono addirittura arrivate solo a gennaio.

Un sistema obsoleto

Le procedure lunghe e obsolete hanno creato un terreno fertile per queste condizioni, portando a situazioni insostenibili. Molti lavoratori hanno lasciato i contratti PNRR per accettare supplenze lunghe da convocazioni su posti al 30/6 o 31/8 sapendo della precarietà di questi contratti e queste decisioni legittime hanno lasciato posti vacanti che, occupati da un’altro hanno creato le condizioni di sbandamento totale del sistema, non fruttando nulla in questo caso né al collega e tantomeno alla scuola/istituzione.

Quali soluzioni?

La soluzione, potrebbe essere immediata, è possibile. La politica e i dirigenti di stato devono intervenire subito per dare dignità a queste persone e garantire uno stipendio per il lavoro svolto. L’aggiornamento di SIDI e delle regole sono il primo passo, l’apertura a situazioni diverse da quelle iniziali, possono sistemare il danno causato, aiutando le scuole che si trovano ora in una situazione difficile, senza sapere come affrontare la questione.

Lanciamo allora un appello alla Politica:

L’appello è diretto alla politica affinché risponda con un impegno concreto per risolvere la situazione, svincolando i posti dal primo convocato, rinnovando i contratti non rinnovati e pagando il lavoro effettuato. È una situazione tragica che richiede soluzioni immediate per non penalizzare ulteriormente i lavoratori e l’istruzione italiana.

La politica è chiamata ad agire, noi monitoreremo la questione e faremo del nostro meglio per portare sostenere questi lavoratori.


Sei stata vittima anche tu di un sopruso del genere? Vuoi far emergere la tua storia? Scrivici e raccontaci la tua storia a:

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