Care colleghe e Cari colleghi anzi dovrei dire ex perché dall’ 1 settembre 2019 sono andato in pensione e dallo stesso mese, lasciando Professioneinsegnante che avevo cofondato, ho aperto questo gruppo facebook intitolandolo alla scuola intesa come un bene comune appunto SBC.
Quando mi chiedono del futuro della scuola, cercando di leggere la realtà della scuola nel presente e con la mente proiettata a quanto potrebbe accadere nell,’ immediato futuro, non mi faccio soverchie illusioni sul futuro della Scuola Statale in italia e sul futuro degli insegnanti, dall’osservatorio di SBC posso dire che le cose sono molto peggiorate all’interno delle scuole, arretera man mano la scuola della Costituzione e cioè quella del cittadino e avanza quella del mercato cioè quella del consumatore, lo andiamo testimoniando insieme dal primo settembre 2019 con libertà di giudizio e di critica, non facendo sconti a nessuno, a politici, a partiti al governo o all’opposizione, a ministri pro tempore , a sindacalisti, a sindacati e lo continueremo a fare con i vostri contributi.
Se qualcuno mi chiedesse in un’ipotetica intervista quali sono i mali della Scuola io risponderei che dal mio osservatorio social i mali che affliggono e affliggeranno, caratterizzano e caratterizzeranno la scuola italiana sono e saranno questi.
1)Un effimero “nuovismo” spacciato per progressivo, legato al consumo e al mercato dell’industria dell’elettronica e dell’informatica, l’industria oggi più potente, propugnatori di questo nuovismo sono la lobby dei pedagogisti universitari, i rappresentanti Scuola della Confindustria( Gavosto) , nonché la potente burocrazia ministeriale di viale Trastevere e di Palazzo Chigi che opera tramite i DS e le loro potenti associazioni in primis l’ANP.
2) Una scuola tutta curvata sulle esigenze del mercato e del consumo, appiattita nel presente con un drastico ridimensionamento del livello delle conoscenze che la scuola statale oggi non intende più assicurare agli studenti per marcare le differenze sociali tra chi sa e chi non sa e dovrà conoscrere solo le istruzioni per eseguire, insomma l’educazione/istruzione che diventa per i più addestramento pre lavorativo di uomini ad una sola dimensione.
3) Un sempre più accentuato carattere burocratico ed esecutivo dell’insegnamento che si avvia ad essere un insieme di procedure standardizzate sotto il controllo diretto del DS coadiuvato dal suo Staff.
4) Una compressione salariale dei docenti che da professionisti dell’Istruzione si avviano ad essere semplici esecutori appendici delle macchine per insegnare ,( per cui la logica del basso stipendio è giustificabile) essi faranno girare i programmi nei computer e assicureranno la socializzazione degli studenti con tutti i rischi connessi ad una violenza diffusa nelle famiglie e nella società e che si riversera’ sugli insegnanti, oggi se ne percepiscono solo le avvisaglie con studenti che impallinano o accoltellano insegnanti, per citare i più eclatanti episodi di quest’anno a Rovigo e ad Abbiategrasso.
5) Un grande potere dei DS con la dirigenza potenziata dal 2015 cin la legge 107, un potere destinato a crescere sempre di più, saranno loro i prefetti o i feudatari delle mega scuole del futuro, e in futuro potrebbero assumere , sospendere dall’insegnamento, imporre la mobilità al docente, gestire gli organici.
5) Una carriera del docente sul fare altro dall’insegnamento i il cosiddetto middle management di cui parlano Giannelli dell’ANP, Barbacci della Cisl Scuola e Cicero dell’Ancodis e altri e una tendenza ancora più accentuata alla passività e al servilismo da parte degli insegnanti , questo già lo si comincia a percepire nei nuovi insegnanti che transitano in ruolo o sono ancora precari ( oggi 1 su 3). L’ assenso al DS assume già ora aspetti da servilismo elettivo.
6) La divisione rigida in una scuola per i ricchi e imeritevoli privata o statale e privata insieme , e una scuola statale per tutti gli altri che non possono permettersi rette elevate o immigrati di prima e/o seconda generazione.
Io ho capito questo. Ma mi auguro di sbagliare.
Umberto Eco scrisse molti anni fa un saggio intitolato Apocalittici e Integrati pubblicato da Bompiani, ebbene io mi auguro per voi, per tutti noi, per la Scuola, per il nostro Paese di non essere stato Apocalittico. Ed è singolare scrivere questa lettera oggi quando all’età di 105 anni ci ha lasciati De Bartolomeis che disse per primo in Italia che l’insegnamento come la pedagogia si basava su una rigorosa ricerca scientifica, in futuro gli insegnanti saranno espropriati dell’insegnamento r della loro libertà e si ritroveranno ad essere semplici esecutori di programmi pensati da altri e altrove Un passo indietro verso l’imarbarimento. Gli uomini per essere liberi devono imparare a pensare mon a eseguire e consumare.
Salve Dott. Tassella, mi permetta innanzitutto di complimentarmi con lei e ringraziarla per il rilevante contributo che per anni ha dato e continua a dare nella difesa dei diritti di noi docenti e per l’mportante ruolo che riveste da sempre nella divulgazione di tutto ciò che attiene alla normatuva scolastica ad uso e consumo di tutti coloro che necessitano di un parere autorevole in merito. Non posso che condividere con rammarico e profonda amarezza la sua puntuale analisi sullo stato attuale della scuola italiana. I motivi delle condizioni disastrose in cui essa versa sono molteplici, ma una considerevole parte delle relative responsabilità grava proprio sui docenti fra i quali, una consistente maggioranza di loro ha rinunciato alla difesa dei propri diritti, della propra dignità e soprattutto della propria fondamentale libertà d’insegnamento. Parlo per esperienza personale essendo io stesso docente, sindacalista e RSU. I docenti iscritti al sindacato sono costantemente in calo, coloro che partecipano agli scioperi e alle manifestazioni sono ancora meno e cercare solidarietà e sostegno fra i colleghi per contrastare le angherie e gli abusi di potere di certi dirigenti è un’impresa sempre più ardua. Noi RSU dobbiamo spesso fare tutto da soli e autonomamente, portando avanti le nostre batraglie sindacali (combattute per il bene e nell’interesse di tutti) fra il servilismo e la paura di esporsi di chi ci sta intorno, che di conseguenza evita di sostenerci, salvo poi fruire a piene mani dei benefici derivanti dalle nostre azioni. Mi spiace dover dare un’immagine così cruda di noi docenti, ma purtroppo questa è la realtà. È anche vero però che in questi anni le organizzazioni sindacali ce l’hanno messa tutta per screditarsi agli occhi dei lavoratori, riuscendoci perfettamente. In questi ultimi trent’anni infatti abbiamo assistito a una significativa e deplorevole frammentazione del fronte sindacale, che si è disperso fra gli interessi di bottega delle diverse sigle che lo rappresentano, e questa parcellizzazione lo ha fortemente indebolito, ne ha pesantemente danneggiato l’immagine, riducendone di conseguenza l’autorevolezza e l’incisivitá. Pertanto su questa sua debolezza, governi e minsteri hanno speculato per calare dall’alto, indisturbati, riforme deleterie che hanno via via devastato la nostra scuola. Egregio Dott. Tassella, non mi dilungo oltre nel descrivere situazioni che lei conosce senz’altro molto meglio di me, aggiungo solo che sono felice di essere a un passo dalla pensione, pur amando moltissimo la mia professione e le mie classi, poiché a distanza di quarant’anni dal mio primo giorno d’insegnamento, mi ritrovo oggi a lavorare in un’istituzione pubblica nella quale mi riconosco sempre meno. Io sto per andarmene e mi spiace dovermene felicitare, ma ancora di più sono dispiaciuto per coloro che hanno davanti una vita di lavoro nella scuola che, senza un’inversione di rotta nell’atteggiamento dell’intera categoria, sarà sempre meno tutelata, serena e soddisfacente. Un cordiale saluto. Paolo. T.