Appurato come le mascherine “FFP2” proteggano efficacemente dalla diffusione della malattia, il Governo pensa di fornirle solo al personale scolastico che si occupa di alunni che non possono indossare alcun tipo di protezione. Viene dunque da pensare che la rimanente parte del personale debba, per proteggersi efficacemente in un ambiente in cui non è dato sapere chi sia vaccinato, comprare a proprie spese i necessari strumenti di protezione. Tutto ciò con uno stipendio il cui potere d’acquisto, unico in Europa, è diminuito negli anni e appare sempre più simile (tra spese per gli spostamenti, pranzi in attesa delle riunioni collegiali o delle attività pomeridiane e ora anche le mascherine) ad un rimborso spese che ad uno stipendio che dia il giusto valore all’esperienza e alla preparazione del personale. I docenti continuano a lavorare in aule che possono vedere anche la presenza di 30 alunni, l’inverno è arrivato e i dispositivi di aerazione forzata sono un lusso per pochi istituti, i soldi per l’edilizia scolastica restano affidati al “buon cuore” degli Enti Locali che, quando si tratta di spendere, si trovano in difficoltà oggettiva. Le regole che detta il generale Figliuolo non bastano, è necessario farle applicare. Intanto da più parti si comincia a chiedere lo slittamento dell’apertura dopo le vacanze. Al solito la soluzione più semplice e più dannosa. Non incoraggia la legge di bilancio che si dimostra alquanto parca di fondi per l’istruzione, mentre il PNRR guarda ad orizzonti lontani che esulano dalla quotidianità e forse dalla realtà. L’impressione è che l’ultimo dei pensieri di questo Governo siano le condizioni di lavoro del personale delle scuole statali. Un’impressione che preoccupa noi socialisti e che speriamo venga presto smentita. Così in una nota, Luca Fantò, Referente nazionale PSI scuola, università e ricerca
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