La Voce della Scuola LIVE – 50esima puntata
C.d.c. A046 Diritto ed Economia al biennio: “Il docente dell’area 046 infatti, anche quando risulta vincitore di concorso, è comunque privo della possibilità di svolgere la sua attività in cattedra, e relegato quasi esclusivamente alla funzione di potenziamento nelle scuole”.
“Quello a cui si è assistito in questi anni è stato l’impoverimento e la svalutazione del ruolo del docente delle discipline giuridiche economiche in Italia. Il docente dell’area 046 infatti, anche quando risulta vincitore di concorso, è comunque privo della possibilità di svolgere la sua attività in cattedra, e relegato quasi esclusivamente alla funzione di potenziamento nelle scuole. Tuttavia, il “potenziamento”, come oggi previsto dalle norme, è ben diverso da quello che vediamo nelle scuole, dove il docente si ritrova, come già APIDIGE in passato ha sottolineato, al ruolo di mero tappabuchi, spesso a supplire colleghi assenti, e ciò accade soprattutto nelle istituzioni scolastiche in cui il Diritto e l’Economia politica non costituiscono discipline curriculari e dove, a maggior ragione, ci sarebbe la forte necessità di educare i giovani ai diritti e alle regole di civiltà stabilite dalla nostra Costituzione”.
“Se questa è la situazione dei docenti di ruolo dell’area 046, asserisce Salvatore Mancino referente precari APIDIGE, ancor più complessa è la situazione dei precari, che da docenti di diritto ed economia, ormai trovano posizione soltanto nella disciplina del sostegno, e quindi lontano da qualsiasi possibilità di insegnare la materia a cui hanno dedicato tutta la loro vita di studio. La previsione dell’educazione civica quale materia di insegnamento obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, che in teoria avrebbe potuto creare per la categoria nuove opportunità, infine si rivelata una bolla di sapone, lasciando la situazione del tutto identica a come prima. In questo contesto la proposta della deputata Barbuto e la sua approvazione risulta pertanto di enorme auspicio per tutta la categoria. L’ipotesi formulata infatti di rendere il diritto e l’economia una materia obbligatoria per il biennio delle scuole superiori permetterebbe un ricollocamento del personale attualmente impiegato sul potenziamento direttamente alla cattedra e quindi all’insegnamento, lasciando poi eventualmente aperte le porte di quest’ultimo per i precari della scuola”.
“Ma il valore di siffatta proposta non si limiterebbe soltanto a risolvere problemi di inquadramento di organico, ma avrebbe anche un valore didattico e pedagogico di grande rilievo. Nella società contemporanea infatti l’educazione alla cittadinanza e ai valori della Costituzione risulta, ma questo già è noto, fondamentale. Il diritto e l’economia però non è soltanto questo, perché consente la creazione di un cittadino consapevole verso quelle che sono le regole che la società ed il mercato contemporaneo ci impongono. Fenomeni come l’e-commerce, la tutela del consumatore, la nuova economia globale, temi, quali quello della sostenibilità economica e ambientale, possono essere conosciuti soltanto tramite l’insegnamento, e la disciplina che li insegna e proprio il diritto e l’economia politica. Costruire un cittadino consapevole è quindi un obiettivo che qualsiasi stato civile e moderno deve predisporre, e in tal senso l’obbligatorietà dello studio non solo della costituzione, ma del diritto vivente negli anni dell’obbligatorietà scolastica, è non solo fondamentale, bensì necessario. Tale intervento, di cui gioverebbero soprattutto i licei, dove al di fuori del liceo delle scienze umane, l’insegnamento del diritto non è previsto, andrebbe poi visto come un eventuale punto di partenza, lasciando aperta la porta anche ad un inserimento della materia, almeno per alcuni indirizzi, nel triennio finale”. Conclude Mancino.