Ministra Azzolina, un altro KO. Dopo l’Europa anche il Tar del Lazio boccia il Ministero dell’Istruzione

Ministra Azzolina, un altro KO. Dopo l’Europa anche il Tar del Lazio boccia il Ministero dell’Istruzione

Un’altra grana per la ministra Lucia Azzolina. Arriva dal Tar del Lazio che, nell’ordinanza del 20 novembre, ha dato ragione ad un’insegnante di educazione fisica di Lagonegro che non ha potuto sostenere la prova del concorso straordinario il mese scorso in quanto in quarantena per Covid. Secondo l’ordinanza del tribunale amministrativo ha diritto ad una prova suppletiva come tutti gli altri isolati per Covid che nella sola Campania erano circa 300. In tutta Italia potrebbero essere circa 5 mila gli aspiranti prof che hanno saltato la prova, sui circa 65 mila candidati. Il concorso al momento è sospeso, come ha previsto il dpcm del 4 novembre scorso: se oltre a concludere le prove in primavera – manca ancora circa un quarto dei test – si dovrà procedere anche alle prove suppletive c’è il rischio che i tempi del concorso si allunghino fino all’estate.

Il Tar del Lazio sancisce il pieno diritto allo svolgimento delle prove suppletive del concorso scuola straordinario per quei candidati impossibilitati a partecipare causa quarantena per contagio Covid. Una sentenza che rende giustizia a coloro che ritenevano leso il loro diritto di prendere parte al concorso straordinario. Ricordiamo che era stato dato il via in un momento in cui la risalita della curva dei contagi suggeriva una interruzione anticipata dello stesso.

Cosa che è inevitabilmente avvenuta, nonostante il concorso sia iniziato a scaglioni e abbia consentito a circa il 60% dei candidati di prendere parte alle selezioni. Ora tutto resta congelato, in attesa che i numeri della pandemia consentano lo svolgimento delle prove restanti. In seguito andranno sommate le prove riservate ai neo ammessi al concorso, vale a dire coloro che erano stati esclusi dalla prima fase. Una sentenza che ha dato modo a quanti erano stati critici nei confronti della ministra Azzolina. Sottolineata era l’inadeguatezza di una decisione che era apparsa fin dal primo momento in netta contraddizione. Un contesto in cui si invitava a distanziamento sociale e limitazione degli spostamenti. In molti, tra sindacati, forze politiche e stessi docenti, spingevano per attingere dalle graduatorie e per la stabilizzazione dei precari. Strategia che avrebbe consentito di evitare il concorso e di assicurare adeguata didattica. Un concorso che a questo punto dovrà necessariamente essere completato, per non offrire al fianco a ennesimi ricorsi da parte di coloro che  hanno già sostenuto le prime prove.

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