Nencini: “Voglio la Scuola in presenza”

Nencini: “Voglio la Scuola in presenza”

“Una ricerca condotta dalle commissioni istruzione e sanità del Senato ha messo in luce le distorsioni provocate dalla DAD. Ansia, scarsa concentrazione, ulteriore frattura territoriale tra nord e sud, prestazioni scolastiche peggiorate. Tutte buone ragioni per tornare in presenza considerando la scuola una priorità assoluta, e non spiego perché.
Tra qualche giorno il ministro Bianchi verrà in audizione al Senato. Dobbiamo a lui investimenti massicci per la scuola. Mi chiedo se siano sufficienti per ripartire e per restare in presenza. Qualcosa da suggerire io ce l’ho”.

  1. La scienza ci dice che i benefici superano i rischi nella vaccinazione degli over 12. I ragazzi raramente si ammalano di Covid ma sono veicolo di trasmissione del virus.
  2. Soprattutto chi ricopre una funzione pubblica – forze dell’ordine, operatori sanitari, insegnanti – deve essere vaccinato. Sono d’accordo con il presidente Mattarella e col papa, e soprattutto concordo con la nostra Costituzione e con la tesi che la mia libertà ha un limite nella tutela della libertà altrui. Alcuni docenti ribattono che il 90% degli operatori scolastici è vaccinato. Bene, e il resto? Ad oggi circa 180/190.000 non lo sono e le scuole riaprono a giorni. Quanti no vax ci sono tra gli irriducibili? Lo Stato può far finta di nulla?
  3. Regole chiare. Scuola e sanità sono due pilastri dello Stato. Un anno fa otto regioni davano indicazioni diverse sul ritorno a scuola. Un errore che ha prodotto il caos. Vietato ripeterlo delegando le regioni o, peggio, scaricando la responsabilità delle scelte sanitarie su docenti e dirigenti scolastici. Solo il Governo ha il potere di emanare direttive sulla salute pubblica e che siano cristalline.
  4. Trasporti. Vanno potenziati i controlli per il rispetto dei limiti di capienza sui mezzi, va prevista la turnazione degli studenti nelle ore di lezione, oltre a sanificazione e quant’altro.
  5. Proprio perché questo sarà un anno di transizione, auspicabilmente l’ultimo, conviene mettere in cantiere fino da ora riforme strutturali.
    “Aumento degli stipendi, soddisfazione del problema ‘precari’ che si trascina da anni e valutazione certa dei tanti conflitti concorsuali aperti e delle graduatorie rivelatesi errate, conferma della permanenza di scuole anche nelle comunità più piccole, superamento delle classi pollaio, aggiornamento didattico a partire da un adeguato insegnamento della storia e di materie tecnoscientifiche, almeno un canale della televisione pubblica destinato all’approfondimento tecnologico.
    Queste alcune delle ipotesi di lavoro (per il quadro complessivo rimando al parere espresso dalla commissione senato sul Pnrr). Con una premessa. Dai tempi bui si esce affidandoci a responsabilità collettive. Se ognuno fa la sua parte si avvicina la meta”. Così in una nota il Senatore Riccardo Nencini, Presidente della 7° Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali). Vice Presidente del Gruppo Parlamentare PSI-Italia Viva.

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