Olimpiadi, sport e scuola: “Da Atene 1896 a Tokyo 2020 post 2021”

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Fino ad oggi, in 124 anni di vita solo le guerre, avevano fermato i Giochi Olimpici dell’Era Moderna, la cui prima edizione si era svolta ad Atene nel 1896. La VI olimpiade estiva, esiste nella numerazione ufficiale e indica l’edizione programmata a Berlino nel 1916, ma venne di fatto annullata dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. È infatti del 28 giugno 1914 l’attentato in Serbia che costò la vita all’ arciduca austriaco Francesco Ferdinando che innescò la escalation di alleanze e di dichiarazioni di guerra che portò al conflitto totale.
Ironia della sorte, l’assassino di Francesco Ferdinando era uno sportivo: un ginnasta anarchico, tale Gavrilo Princip. I Giochi riprenderanno con l’edizione del 1920. Furono i belgi ad aggiudicarsene l’organizzazione e la città olimpica fu Anversa. Non fu solo la guerra a recare danni irreparabili allo sport mondiale.

Tra il 1918 (ottobre) e il 1920 (dicembre) scoppiò la prima delle pandemie del XX secolo, quella altrimenti conosciuta come la “spagnola” o la grande influenza, che coinvolse in tutto il mondo circa 500 milioni di soggetti, provocando la morte di 50 milioni di persone, causando più vittime della terribile peste nera del XIV secolo.

Nel corso del mese di gennaio 2020 erano state sollevate le prime preoccupazioni su quale potesse essere l’impatto che la diffusione del Covid-19 potesse avere sui Giochi della XXXII Olimpiade. Mentre si registravano i primi casi positivi in Giappone sul finire di gennaio, gli organizzatori dei Giochi di Tokyo 2020 rassicurarono che la situazione era sotto monitoraggio e che sarebbero state prese tutte le precauzioni nella preparazione dei Giochi. Nel frattempo diversi tornei di qualificazione ai Giochi olimpici stavano venendo spostati di sede o rinviati a data da destinarsi per l’acuirsi dell’emergenza sanitaria nei vari Paesi nel mondo e con la dichiarazione dello stato di pandemia di COVID-19 da parte dell’OMS l’11 marzo 2020. Inoltre, nonostante la necessità di effettuare test antidoping in modo estensivo prima dei Giochi, l’agenzia mondiale antidoping (WADA) dichiarò che la salute pubblica e la sicurezza dovevano avere la priorità.

Il 2 marzo 2020 il comitato organizzatore di Tokyo 2020 (TOCOG) rilasciò una dichiarazione nella quale veniva confermato che l’organizzazione dei Giochi sarebbe proseguita come pianificato. Il 3 marzo il portavoce del CIO confermò la pianificazione dei Giochi di Tokyo. Anche nel comunicato rilasciato il 18 marzo successivo il CIO confermò le date dei Giochi e che continuava il monitoraggio della situazione pandemica a quattro mesi dall’avvio delle competizioni. Nei giorni seguenti l’emergenza sanitaria continuò ad acuirsi e ad intensificarsi in molti più Paesi, tanto che il 23 marzo i Comitati Olimpici di Australia, Canada e Regno Unito annunciarono una loro rinuncia alla partecipazione se i Giochi non fossero stati rinviati di un anno. Nello stesso giorno il primo ministro del Giappone Shinzō Abe dichiarò che era inevitabile che i Giochi potessero essere rinviati di un anno perché la sicurezza e la salute degli atleti erano di primaria importanza.

Arriviamo ai giorni nostri

Il 24 marzo 2020 in un comunicato congiunto il CIO e il comitato organizzatore annunciarono ufficialmente che, a causa della pandemia di COVID-19 in atto, i Giochi della XXXII Olimpiade e i XVI Giochi paralimpici estivi venivano rinviati in un periodo successivo al 2020, ma non più tardi dell’estate 2021. Per ragioni di continuità e di marketing, nonostante i Giochi sarebbero stati disputati nel 2021, venne mantenuta la dicitura “Tokyo 2020”. Sebbene diverse edizioni dei Giochi olimpici fossero state cancellate in passato a causa delle guerre mondiali, inclusi i Giochi della XII Olimpiade programmati proprio a Tokyo nel 1940, i Giochi della XXXII Olimpiade sono diventati i primi Giochi ad essere rinviati a una data successiva rispetto al pianificato. Il 30 marzo 2020 il CIO e il comitato organizzatore annunciarono un’intesa sulle nuove date per i Giochi della XXXII Olimpiade, riprogrammate dal 23 luglio all’8 agosto 2021, 364 giorni dopo quanto originariamente pianificato.

Tra aprile e maggio 2020 vennero sollevati ulteriori preoccupazioni circa la possibilità che i Giochi potessero essere cancellati se la pandemia continuasse anche nel 2021. Il presidente del CIO Thomas Bach dichiarò che la riorganizzazione dei Giochi e quello che il comitato organizzatore stava facendo era un lavoro mastodontico, così come affermò che i Giochi sarebbero stati cancellati nel caso non fosse possibile che venissero disputati nell’estate 2021.

Fin dall’antichità lo sport ha avuto una grande importanza. Nel passato veniva però associato alla religione con simboli e riti, nell’epoca moderna esso perde questo significato ed è introdotto nelle scuole per insegnare nuovi valori educativi.

È compito della scuola aiutare lo studente a programmare le sue possibili assenze dettate dagli impegni sportivi, prevedendo nel contempo dei momenti per il recupero, che devono avvenire sempre a scuola, sotto la guida degli insegnanti.

La scuola non può sovraccaricare di compiti a casa o lasciare che ogni studente trovi in autonomia il metodo migliore per apprendere ed imparare. La scuola deve insegnare come studiare, ad imparare ad imparare. L’apprendimento deve essere fatto con disciplina, ma divertendosi. Esattamente proprio come nello sport.

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