Non una destra arruffona, arraffona e violenta come fu il fascismo mussoliniano, ma una destra liberale, che punterà sul mercato, sull’impresa privata e (è questo che più preoccupa) sulla valorizzazione dei “migliori”.
Tutto ciò, per l’istruzione pubblica, si potrebbe concretizzare in due linee di governo: aziendalizzazione e parità tra scuola pubblica e scuola privata. Non sembra casuale in questo senso, la nomina dell’ex-senatore ed esponente di diverse formazioni politiche Valditara a Ministro dell’Istruzione e, appunto, del Merito.
Il Ministro Valditara, come senatore di Alleanza Nazionale, fu relatore della legge Gelmini che tagliò oltre 120.000 posti, dando l’abbrivo al sovraffollamento delle classi. Come esponente politico leghista si è invece distinto nella battaglia per la regionalizzazione dell’istruzione pubblica. L’accento posto sul bisogno di generare competizione tra gli alunni che è racchiuso nel termine “merito” per come viene immaginato da chi milita a destra, si scontra e neutralizza l’idea di scuola come strumento per offrire pari opportunità a tutti i giovani in quanto soggetti che hanno il diritto di veder riconosciute pari capacità.
Per noi socialisti la scuola non è un’azienda. A tutti i giovani, in ogni parte del Paese, vanno offerte pari opportunità e deve essere rispettato l’art. 33 della Costituzione laddove sostiene che “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Per noi socialisti il merito non deve rappresentare la strada per creare differenze, per premiare i più bravi o peggio coloro che già godono di vantaggi, bensì lo strumento per porre fine al bisogno di coloro che altrimenti non potranno mai essere liberi. Così, in una nota Enzo Maraio, Segretario nazionale PSI e Luca Fantò, Referente nazionale PSI scuola, ricerca e università.