Pensione a 70 anni per gli statali: la proposta allo studio e le sfide della Manovra 2025

Nel contesto della Manovra 2025, il governo italiano sta valutando l’ipotesi di consentire ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio fino all’età di 70 anni, su base volontaria. Questa proposta,...

A cura di Redazione Redazione
12 settembre 2024 18:34
Pensione a 70 anni per gli statali: la proposta allo studio e le sfide della Manovra 2025 -
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Nel contesto della Manovra 2025, il governo italiano sta valutando l’ipotesi di consentire ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio fino all’età di 70 anni, su base volontaria. Questa proposta, avanzata dal ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in collaborazione con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si inserisce in un piano più ampio volto a contenere la spesa previdenziale e a valorizzare le competenze più meritevoli all’interno del settore pubblico. La misura è stata presentata durante il Forum The European House – Ambrosetti di Cernobbio e punta a creare una sorta di “staffetta generazionale” tra dipendenti più esperti e neoassunti.

Il piano del Governo

Secondo il piano, i dipendenti che decideranno di prolungare la loro carriera fino ai 70 anni non solo manterranno il loro ruolo, ma svolgeranno anche attività di tutoraggio nei confronti delle nuove leve. Il governo intende così rallentare l’uscita delle figure più esperte, garantendo allo stesso tempo un passaggio di competenze alle generazioni future. Questo sistema, in cui il personale più anziano si occuperebbe dell’affiancamento dei giovani, si propone di migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, mantenendo in servizio le professionalità più qualificate.

Tetto alle nuove assunzioni

Tuttavia, la proposta non è priva di limitazioni. Se da un lato si offre la possibilità di prolungare il servizio, dall’altro si prevede un tetto alle nuove assunzioni. Le singole amministrazioni dovranno scegliere se trattenere in servizio i propri dirigenti più anziani o assumere nuovo personale, ma non potranno fare entrambe le cose allo stesso costo. La normativa prevede infatti che, per ogni dirigente mantenuto in servizio, l’ente pubblico dovrà rinunciare a nuove assunzioni per lo stesso importo, limitando l’entrata di nuove risorse entro il 10% delle facoltà assunzionali.

Il tetto alle assunzioni rappresenta uno dei punti più delicati della proposta, poiché potrebbe compromettere il turnover e la tanto necessaria immissione di nuove energie nella PA. In effetti, secondo il piano attuale, dopo il blocco del turnover tra il 2010 e il 2020, la pubblica amministrazione perderà circa un milione di dipendenti entro il 2030, di cui circa 300.000 non sono stati sostituiti nel decennio precedente. Nonostante l’inserimento di 173.000 nuovi dipendenti nel 2023, si prevede di aggiungere altre 350.000 persone entro il 2025. Questo sforzo di rinnovamento del personale pubblico è considerato cruciale per mantenere efficiente la macchina amministrativa del Paese.

Critiche dalle opposizioni

Sul fronte politico, la proposta ha già sollevato critiche. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato la ferma opposizione del suo partito, definendo l’aumento dell’età pensionabile come una misura inaccettabile e controproducente. Anche da parte di alcuni sindacati sono emerse perplessità, soprattutto per quanto riguarda l’impatto che questa decisione potrebbe avere sul turnover e sulla qualità del servizio pubblico.

Una manovrada 25 miliardi

La misura si inserisce nel quadro di una Manovra 2025 che si preannuncia particolarmente complessa, con un budget previsto di circa 25 miliardi di euro inferiore rispetto agli stanziamenti degli anni precedenti. Il governo, costretto a fare i conti con una situazione economica delicata e con una crescente esigenza di mantenere sotto controllo la spesa pubblica, sta cercando di ottimizzare le risorse disponibili. Per questo motivo, la legge di Bilancio potrebbe comportare tagli ai bonus meno efficaci e concentrare gli sforzi su priorità come famiglie, giovani, imprese e natalità.

Le altre proposte di modifica del sistema previdenziale

Accanto alla proposta di prolungare l’età pensionabile, altre modifiche riguardano il sistema previdenziale in generale. Si sta infatti valutando una stretta sui tempi del pensionamento anticipato, una rivalutazione degli assegni pensionistici in linea con l’inflazione e un intervento sulle pensioni minime.

Nel complesso, il governo mira a garantire che la pubblica amministrazione non sia percepita come un peso per la crescita economica, ma piuttosto come un partner attivo nello sviluppo del Paese. La digitalizzazione e la semplificazione dei processi, insieme a una maggiore attenzione al merito, sono altri aspetti centrali del piano.

Resta da vedere come questa proposta sarà accolta dalle parti sociali e se il governo riuscirà a bilanciare l’esigenza di trattenere competenze preziose con l’urgenza di rinnovare il personale pubblico, un passaggio fondamentale per garantire il futuro della PA.

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