Pensioni da fame per Docenti e ATA: ecco la proposta della Lega

Pensioni da fame per Docenti e ATA: ecco la proposta della Lega

Ecco la proposta di riforma pensionistica che prevede un pensionamento anticipato con un taglio fino al 20% dell’assegno per chi opta per Quota 41.

 

Stando alle recenti notizie riportate da Quotidiano Nazionale, questa nuova misura permetterebbe di andare in pensione anticipatamente dopo 41 anni di contributi, senza considerare l’età.

Una proposta sostenuta dalla Lega, e fortemente voluta da Matteo Salvini che con l’ausilio di Claudio Durigon (fedelissimo del cerchio magico, nonché uno dei massimi esponenti leghisti a favore dell’Autonomia Differenziata) vorrebbero includere già da subito nella prossima legge di Bilancio. Questo comporterebbe l’abrogazione di quota 103, con il mero obiettivo di contenere la spesa pensionistica.

Il rischio di pensioni da fame

Le pensioni già ridotte e non competitive con l’inflazione galoppante già non rende giustizia, pensare oggi ad un calcolo interamente contributivo (basato sull’ammontare dei contributi versati) è follia, un sistema del genere diciamolo, non può che penalizzare i lavoratori i quali combattono già – ed è sotto gli occhi di tutti – con una precarietà estrema e salari più bassi d’Europa (un Cs guadagna meno di 7€ l’ora)

Un taglio del 20% sull’assegno pensionistico, porterebbe ATA e Docenti ad una situazione di ulteriore povertà al termine della loro estenuante carriera fatta di continua formazione (a loro spese) e precarietà strutturale.

È inaccettabile quindi che un governo ed un partito come la Lega, il quale in campagna elettorale si è eletta a paladina del “Prima gli Italiani”, contro la Legge Fornero definendola persino “schifezza” proponga oggi misure del genere, misure che invece di garantire una pensione dignitosa, schiaccino senza mezzi termini i tanti lavoratori dopo oltre 40 anni di onorato servizio.

I docenti e il personale ATA, svolgono un lavoro fondamentale per la formazione delle nuove generazioni, e meritano rispetto e tutele. L’idea di un pensionamento con penalizzazioni economiche non solo è ingiusta, ma è uno schiaffo alla motivazione e la qualità del lavoro in un settore già gravato da carenze strutturali e da un crescente carico di responsabilità.

Questa proposta è da rigettare

È fondamentale oggi su questo, che i sindacati “tutti” si oppongano con forza a questa proposta, trovando unità e chiedendo “Rispetto”.

Non possiamo permettere che il governo e la Lega utilizzino i lavoratori della scuola come capri espiatori per risolvere problemi di bilancio di Stato. La riforma delle pensioni deve essere orientata a garantire un futuro dignitoso a tutti i lavoratori, non a creare nuove forme di precarietà più di quella che già la scuola vive.

È necessario un dibattito serio e costruttivo sulle pensioni. È fondamentale che il lavoro degli ATA e dei docenti venga inserito tra le categorie usuranti per esempio, che malattie ormai legate ai nostri ruoli come il burnout o il rischio biologico sul quale si parla sempre meno, diventino ago della bilancia quando si parla di pensioni, si tenga davvero conto delle reali esigenze dei lavoratori e non solo delle logiche di risparmio.

La dignità dei lavoratori della scuola deve essere al centro di ogni riforma, e ogni proposta che minaccia di ridurre i loro diritti deve essere fermamente respinta, la scuola non può e non deve essere ancora preso di mira come BANCOMAT DI STATO