Percorsi abilitanti: i timori degli ingabbiati su tempi e modalità delle lezioni sincrone

Percorsi abilitanti: i timori degli ingabbiati su tempi e modalità delle lezioni sincrone

Annunciati a luglio dalla conversione in legge del PA bis e definiti dal DPCM del 25 settembre, i percorsi abilitanti continuano ad essere fonte di preoccupazione tra i docenti.

Mancano infatti circa 3 settimane al 15 novembre, data di chiusura dell’iter di accreditamento da parte degli Atenei che potranno attivare i corsi, ma restano molte incognite.

Caterina Ieracitano, milanese,  è una dei tanti docenti che attendono con ansia l’avvio delle abilitazioni : “Sono di ruolo su primaria, in questi anni ho sempre chiesto assegnazione provvisoria per lavorare sulla cdc A037 ( Scienze e tecnologie delle costruzioni, tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica). Finalmente, dopo anni, avrei l’occasione di abilitarmi e di prendere ruolo alle superiori, conseguendo i 30 cfu.  Ma la posizione espressa di recente dall’ANVUR  (Agenzia Nazionale di valutazione del sistema universitario e di ricerca) attraverso le sue  linee guida,   mi lascia molte perplessità. Se le Università dovranno attivare prima i percorsi da 60 cfu, coloro che devono solo fare i 30 o i 36 cf dovranno ancora aspettare, trovandosi a fare tutto nel giro di un paio di mesi (la scadenza per il conseguimento dei 30 cfu è fissata al 28 febbraio). Lezioni sincrone, con scarse possibilità di avere per tutti le 150 ore del diritto allo studio: per chi lavora non è fattibile.”

Qualche università è già pronta, molte sono ancora nel limbo.

Manca inoltre una definizione delle cdc per le quali si attiveranno i percorsi da 60 cfu ( il testo di legge fa riferimento ai fabbisogni regionali); laddove il  fabbisogno registri quota zero per alcune cdc,  i docenti abilitati o specializzati rischiano di non avere corsi a cui iscriversi in sovrannumero.

Non da ultimo spaventa il costo dei percorsi che, nonostante le promesse, non è stato calmierato e sicuramente, non è alla portata di tutti.

Ancora una volta si cerca una quadra che è ancora lontana dall’essere centrata, con i precari che premono per la stabilizzazione (sia attraverso i concorsi che attraverso i percorsi abilitanti) e gli ingabbiati che non vogliono vedersi negare la mobilità verticale tanto attesa.

 

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